In-16°, pp. 230, (4), legatura ottocentesca m. pelle marrone con titolo e fregi in oro al dorso e stemmi nobiliari impressi in oro ai piatti. Sguardie marmorizzate. Ritratto del Pagano inciso dal Comirato all'antiporta. Ottimo stato. Edizione curata dal Gamba di questo trattato di estetica composto dal grande illuminista e patriota lucano. Discorrendo del saggio del Pagano nella parte storica dell'Estetica del 1902 Croce dette un giudizio limitativo di esso, notando come il Pagano non fosse uscito dall'empirismo, combinando curiosamente alcune idee del Vico col sensismo corrente. La forma teoretico-fantastica e il diletto sensuale diventano, per lui, quasi due periodi storici dell'arte. Francesco Maria Pagano, nato a Brienza in Lucania nel 1748, filosofo di orientamento sensisteggiante e giurista allievo di Antonio Genovesi, patriota, fu il principale autore della costituzione della effimera Repubblica Partenopea; morì sul patibolo nel 1799, nella napoletana Piazza del Carmine, con Domenico Cirillo e Ignazio Ciaia, dopo un processo sommario e un'iniqua incriminazione. Fra i suoi molti scritti assai notevole è "Del civile corso delle nazioni", organica trattazione di filosofia della storia ispirato alle grandi visioni cicliche della "Scienza Nuova" vichiana, corrette e integrate con i nuovi metodi storiografici di Robertson e di Ferguson. Decisiva fu la spinta data dal Pagano nel grande rinnovamento della scienza giuridica italiana di fine Settecento, soprattutto in materia di procedura penale (continuando sulla via spianata da Beccaria e da Filangieri), e nello sviluppo delle concezioni economiche liberiste, fortemente contaminate con gli apporti della Fisiocrazia. Cfr. Gioele Solari in Encicl. Italiana, XXV, 925-26 (a questa voce si rimanda per ulteriori informazioni generali bio-bibliografiche).
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