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La letteratura tamil a Napoli
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La letteratura tamil a Napoli - Alessio Arena - copertina
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letteratura tamil a Napoli

Descrizione


Nascosti nel sottosuolo della città, e pronti a farsi saltare in aria per far conoscere al mondo la tragica causa di Tamil Eelam, la loro patria perduta, dopo la resa definitiva delle Tigri e l'uccisione del loro capo Velupillai Prabhakaran da parte delle forze governative dello Sri Lanka, i tamil di Napoli in vent'anni di lavoro hanno creato un mondo altro, quasi un doppio della città, e hanno formato una società segreta, l'Accademia dei sotterranei, che va producendo opere letterarie napo-tamil. Dieci dei loro scrittori, annidati nel sottosuolo della città, raccontano la storia meravigliosa di questa guerra sconosciuta, e lo fanno per l'appunto in dieci capitoli, quanti sono gli avatára (le reincarnazioni) di Vishnu, i cui altarini campeggiano nei bassi dei tamil di Materdei, della Sanità, dei Quartieri Spagnoli e del Pallonetto di Santa Lucia. In questo concerto narrativo, una comunità invisibile racconta le sue mirabolanti imprese, le mitologie, la vita quotidiana. È una comunità che ha lasciato la sua impronta sull'immaginario attuale di Napoli, e che, a sua volta, da Napoli è stata profondamente segnata, creando strepitose mescolanze. Abbiamo cosi madonne con proboscidi e code di elefante, patroni nati dalla fusione di Buddha e San Gennaro, e una disperata attività letteraria espressa sulle pagine di una rivista underground che s'intitola Cannarutizia...
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Dettagli

2014
18 settembre 2014
240 p., Brossura
9788854508019

Valutazioni e recensioni

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Fedele Carlo
Recensioni: 5/5

Racconto intrigante, divertente, "socialmente utile"... intelligente e "diverso", una storia da vivere nei sottosuoli di Napoli con tutto il fascino che ne consegue. Vale la pena leggerlo, io l'ho fatto... Un Autore che secondo me merita ancora più ampi e prestigiosi palcoscenici. Ne ha di tempo. E' giovane e davvero bravo! Non lo conoscevo, ma ne sono rimasto entusiasmato.

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Ciro De Novellis
Recensioni: 5/5

Quello di arena è un evento letterario notevole che aggiunge un altro tassello al carattere cosmopolita della città di Napoli. Sia pure in chiave onirica e romanza riconosce ulteriori aspetti di universale propensione verso culture dell'antico oriente. È il patrimonio di conoscenze tamil dal linguaggio primordiale dravidico regolato dalla più antica grammatica dopo quella sanscrita cui non a caso sembra derivino molti fonemi dialettali agglutinati soprattutto nel tentativo di diglossia con la lingua italiana. Si tratta di avvenimenti mastrianei che si svolgono nel profondo ctonio dove ha sede il principio lunare e quello solare ossia la cosmogonia di matrice orfica rappresentata, questa volta da Buddha, o Siddhartha, o Gautama, e se questi nomi significano "colui che si è risvegliato" o "colui che ha raggiunto l'illuminazione", San Gennaro ch'è ritratto nelle sue viscere non può che rappresentare il centro dell'universo, messo a protezione di napoli, la capitale della cultura del pianeta Gaia. È giovane Alessio Arena, e già abita la casa di parousía, dove ha sede la presenza del divino, o dell'essenza ideale, nel mondo materiale. Mi domando da dove sia sbucato questo gioiello.

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Antonio Coda
Recensioni: 4/5

C'è la facilità dell'infelicità nel vivere dove il sole te lo fa a scacchi la grata del tombino per lucernario e dove ciascuno è un re ammattito per essersi arroccato a tutto ciò che resta della sua storia. I tamil per nascita&disdetta o per scelta&passione del romanzo "La letteratura tamil a Napoli" scrivono a pancia sotto e al buio per accentrarsi e accertarsi ai loro stessi occhi di essere persone e non miraggi; covano un progetto come fosse un magico uovo di Colombo-città, emigrare, no: profugare fuori; da un paese in fiamme per mettere a ferro e fuoco di stampa quello che non ti ha saputo curare le ferite ma soltanto procurartene di tipo nuovo. La Napoli de "La letteratura tamil a Napoli" è più cupa e disperata delle Napoli re-immaginate nei due romanzi precedenti di Alessio Arena: è una città disabitata in superficie e infestata nel sottosuolo. Il romanzo complessivamente è il resoconto di una paradossale seduta spiritica nella quale sono i fantasmi a chiedere: "Uomini del vostro tempo, se ci siete battete un colpo". Ma non si batte chiodo e alle allucinazione non resta che accoppiarsi con le altre allucinazioni, producendo santi con la pelle blu e le proboscidi e dee  con le sottane bianche e le mani rosse di sangue, e un inizio col botto promesso si lega a una conclusione imprevista che spara dritti verso la prospettiva mica tanto grottesca di una Sarajevo del 1914 aggiornata alla Napoli del 2014 o poco meno. La lingua nel romanzo cerca una leggerezza che non trova più, non tiene contro le formule di un potere avanzante che non produce storie in concorrenza ma annienta quelle che ci sono e quelle che provano a nascere e che non hanno ancora sviluppato una lingua nuova per difendersi e controbattere a chi gli sta togliendo identità e quindi la dignità e la vita stessa. Una nuova letteratura napo-tamil, o nippo-torinese o siculo-russofona, è la linea di resistenza contro la nuova elegante, impeccabile e mondiale e omogenea e piattissima e afona barbarie.

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Alessio Arena

Alessio Arena, nato a Napoli nel 1984, è scrittore e cantautore. Ha vinto la XXIV dizione di Musicultura, Festival della canzone popolare e d'autore, e il premio A.F.I al miglior progetto discografico. All'inizio del 2014 ha pubblicato il primo album plurilingue Bestiari familiar, inciso tra Napoli e Barcellona, dove vive. Per il teatro ha scritto in spagnolo Hielo e El árbol o las manos abiertas de Celidonia Fuentes, entrambi prodotti e messi in scena a Madrid. È autore dei romanzi L'infanzia delle cose (Premio Giuseppe Giusti Opera Prima) e Il mio cuore è un mandarino acerbo. 

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