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" Lettere ad un amico" di Adriano Romualdi costituisce l'epistolario di questo intellettuale poco conosciuto anche all'interno dello stesso ambiente di Destra, del quale Romualdi è stato uno dei teorici più rappresentativi e significativi. Morto tragicamente nel 1973 poco più che trentenne, Adriano (figlio di Pino, uno dei fondatori del MSI) è stato un infaticabile scrittore dai più disparati interessi: dalla storia del Fascismo, a quella del Nazismo, dagli studi sugli Indoeuropei a quelli su Platone, Nietzsche ed Evola, del quale pùo ritenersi il principale discepolo. Le lettere raccolte nel volume curato da Renato Del Ponte sono tutte indirizzate ad Emilio Carbone un giovane genovese, molto attivo sul piano culturale della destra radicale del periodo, a cui la sorte giocò un brutto scherzo a causa della malattia mentale che lo colpì e lo che lo condusse al suicidio. Il periodo in cui Romualdi scrive a Carbone è compreso tra il 1967 e il 1971, anni in cui esplose la contestazione studentesca; in queste lettere se ne parla, ma larga parte di esse è dedicata alle vicende culturali di cui si occupava Adriano: collane di libri, creazione di case editrici, fondazione di riviste, ma anche di polemiche interne al mondo della Destra culturale, per controversie di scelte editoriali e autori da far conoscere al pubblico, come nel caso della polemica sul libro su Nietzsche con l'editore Volpe ritenuto dall'ingegnere-editore eccessivamente anticristiano. Il volume è corredato da una preziosa bibliografia romualdiana dove, oltre alle opere pubblicate in vita e postume, trovano spazio articoli, traduzioni, prefazioni a libri di Hitler, Drieu La Rochelle, Brasillach, Guenther, Hamsun. L'epistolario è da consigliare anche a chi non abbia mai letto opere di Romualdi perché è un buon punto di partenza per farlo e orientarsi tra i diversi interessi di un intellettuale schierato politicamente, non refrattario allo scontro fisico con gli avversari quando le circostanze lo richiedono.
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