(Chio 378 ca - 306 a.C.) storico greco. Scolaro di Isocrate ad Atene, visse a lungo alla corte di Filippo II di Macedonia e di Alessandro Magno. Dopo la morte di questi emigrò in Egitto, e qui probabilmente restò fino alla morte. Non restano che pochi frammenti della sua ampia produzione storiografica, che fa di lui uno dei maggiori storici del sec. IV a.C. Accanto a Encomi di Filippo II, di Alessandro Magno e di Mausolo e a una Epitome delle Storie di Erodoto in due libri, scrisse le Elleniche in 12 libri, in cui continuava la storia di Tucidide fino alla battaglia navale di Cnido del 394 (si è pensato che a quest’opera appartenesse anche l’ampio papiro delle Elleniche di Ossirinco) e le Filippiche che, in 58 libri, trattavano la storia macedone dall’ascesa al trono di Filippo II (359) fino alla morte del sovrano nel 336.T. fu storico di grandi passioni politiche; vide nella monarchia macedone la forza nuova che avrebbe potuto rinnovare la società greca, di cui denunciò con fermezza la decadenza. Nelle Filippiche mise in risalto l’opera di Filippo, di cui peraltro stigmatizzò i difetti con tale obiettività da sorprendere gli storici antichi. La sua opera fu utilizzata a lungo: ancora nel sec. I d.C. egli era considerato uno dei maggiori storici greci, anche per la sua prosa solida e armoniosa.