(Central City, Nebraska, 1910 - Mill Valley, California, 1998) scrittore statunitense. Le grandi pianure del Nebraska hanno modellato la sua visione mitica dell’America. Nei suoi primi libri, Gli abitanti (The inhabitants, 1946, nt) e La casa (The home place, 1948, nt), testo e fotografie si integrano per circondare di un’aura simbolica gesti e oggetti della vita quotidiana delle pianure. Ed è partendo dalla necessità di un rapporto tra l’uomo e la terra che M. attacca frontalmente i falsi miti dell’americano medio, ferocemente urbanizzato: dalla retorica della famiglia, bersaglio di Il padre dell’eroe (Man and boy, 1951) e di Il profondo sonno (The deep sleep, 1953), a quella dell’amore (Il campo visivo, The field of vision, 1956, nt, e Amore tra i cannibali, Love among the cannibals, 1957). Nei volumi Un giorno (One day, 1965, nt) e In orbita (In orbit, 1967, nt) lo sguardo di M. si sposta sui nuovi costumi di vita comunitaria, di vagabondaggio o di fuga. In Canto delle pianure (Plains song, 1980) le vicende di tre generazioni di donne sottolineano la contrapposizione fra l’elegiaco passato e il duro e immemore presente. Risalta in questo romanzo la singolarità di M., scrittore eccentrico e indipendente, esule in un’America che tuttavia riesce a comprendere e a «cantare». Tra le opere uscite successivamente, si ricorda la raccolta dei Racconti 1948-1986 (Collected stories 1948-1986, 1986, nt).