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Una indagine su Pirandello del tutto diversa da qualsiasi altra esistente in libreria. Perché, come tutti i volumi della serie «Il teatro del XX secolo», anche qui sono in primo piano non tanto i testi teatrali e la drammaturgia, ma, in questo caso, la capacità di Pirandello di mettersi a lezione dagli attori, la sua umiltà nell'imparare dalle loro invenzioni sceniche.
A partire dal 1925 e fino al 1928 Pirandello si fa direttamente e concretamente uomo di teatro, si fa «capocomico», dirigendo la compagnia del Teatro d'Arte di Roma, la cui prima attrice è Marta Abba, amata da Pirandello di un lungo e disperato amore senile. Il libro di Alonge è anche la storia di questo immergersi di Pirandello nella materialità del teatro, nei suoi problemi pratici. Ed è anche la storia di un amore che si alimenta della comune passione per il teatro, e che spinge Pirandello, nell'ultimo decennio della sua vita, a fuggire dal chiuso cosmo teatrale italiano per farsi spettatore dei teatri dell'Europa, di Berlino e di Parigi.
scheda di Vindrola, A., L'Indice 1998, n. 1
Bertolt Brecht, Gordon Craig, Jacques Copeau sono stati gli autori che la collana "Il teatro del XX secolo", curata da Nicola Savarese, ha considerato sinora nel disegnare il panorama teatrale del Novecento. Al criterio dell'importanza drammaturgica si unisce, evidentemente, anche un criterio geografico, e così, dopo la volta di Germania, Inghilterra e Francia, questo volume porta alla ribalta la voce più importante del teatro italiano, Luigi Pirandello. L'approccio di Alonge - forse per favorire la leggibilità a un pubblico di lettori che è facile immaginare consista in gran parte di studenti - è biografico, seppur nei termini di una biografia teatrale. Di Pirandello viene ripercorsa la carriera drammaturgica, tenendo ai margini quella più strettamente letteraria, iscrivendola nelle istanze di un panorama teatrale - italiano e straniero - che sta scoprendo nuove necessità e nuovi modi di conformarsi. Il drammaturgo Pirandello non diventa mai un "uomo di scena" in senso stretto, ma impara dalla convivenza con la vita di palcoscenico, nel rapporto con gli attori, a modificare la propria scrittura a misura dei bisogni del teatro agito. Senza alcuna concessione agiografica, Alonge suddivide in quattro tappe il percorso pirandelliano: dalla fuga dalla Sicilia alla stagione della collaborazione con Martoglio e Musco, fondamentale nell'approfondire la conoscenza del lavoro dell'attore; dall'allestimento dei "Sei personaggi", che segna il distacco dalle formule teatrali ottocentesche e la ricerca di un nuovo linguaggio teatrale, all'ingresso di Pirandello nella scena internazionale, con l'esperienza dei teatri di Germania, il complesso rapporto con Marta Abba, l'"occasione mancata" del cinema. Un capitolo è infine dedicato a far piazza pulita dell'abbondante saggistica critica, della quale Alonge salva una ventina di titoli che possono costituire un buon corpus di base per orientarsi.
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