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Numerosi sono i punti di forza di questo libro sulla Resistenza ambientato nella cittadina di San Severino Marche. I fatti narrati - accaduti nell’arco temporale fra l’armistizio dell’8 settembre 1943 e il 1° luglio 1944, fine dell’occupazione tedesca – sono attinti da numerose fonti, esito di una scrupolosa attività di ricerca. La ricostruzione dei fatti si avvale, oltre che dei racconti delle due controparti, vale a dire il Movimento della Resistenza e la Guardia Nazionale facente capo alla Repubblica Sociale Italiana, anche delle testimonianze private e dei documenti della Chiesa cattolica. Ne scaturisce una narrazione che incolla il lettore a vicende lontane, in un progressivo incalzare di fatti sanguinosi, la cui memoria deve essere mantenuta e custodita, in quanto patrimonio storico della Comunità cittadina. L’autore del libro ha cercato di valorizzare i ritratti storici dei vari personaggi, molti dei quali rimasti uccisi, curando l’approfondimento dell’ambientazione, in modo molto simile a quel che avviene nella sceneggiatura di un film, con la piccola e grandiosa differenza che qui non ci si trova in una finzione scenica, ma nella tragica realtà. Il ruolo della fortuna, per esempio, il fatto di trovarsi nel posto giusto o in quello sbagliato, ha segnato l’esistenza di queste persone e dei loro familiari, spesso travolti dall’immenso dolore per la scomparsa dei propri cari. Ma il libro non si ferma al 1° luglio 1944, la fine di un incubo ed il ritorno alla normalità, ma continua con l’elencazione delle vittime civili della guerra, di coloro che sono rimasti feriti o uccisi dagli ordigni bellici, tristi eredità della Seconda Guerra Mondiale. Per un Paese come il Nostro, incline talvolta a trascurare la Memoria, la conoscenza di questo periodo storico è di fondamentale importanza. Per questa ragione, ne raccomando la lettura e la più capillare diffusione, soprattutto fra le giovani generazioni.
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