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Il libro, bellissimo nella grafica e nel formato, contiene traduzioni accuratissime linguisticamente e rese con la sensibilità di un poeta (qual è Alessandro Carrera), oltre a centinaia e più di pagine di note, in cui sono segnalate le influenze musicali e poetiche dei singoli brani, insieme a chiarimenti linguistici e curiosità varie: insomma si tratta uno strumento fondamentale per scendere a fondo nella ricchezza e complessità del tessuto linguistico dylaniano, e considerato quello che offre, 60 € è un prezzo più che abbordabile.
Recensioni
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È solo un esempio del lavoro scientifico compiuto da Carrera su un materiale di notevole ampiezza e altrettale complessità. Molta della scrittura per musica di Dylan sovrabbonda infatti di riferimenti in genere oscuri a un fruitore non americano oppure non addentro all'Antico Testamento. Il great code di Northrop Frye e in particolare appunto la parte della Scrittura che antecede la rivelazione cristiana innervano infatti in modo a volte diretto altre allusivo buona parte della produzione di Dylan. Ciò detto non si può ridurre un autore di tanta complessità a un compositore di musiche per testi veterotestamentari. C'è molto di più in queste canzoni a partire per esempio da citazioni dai vangeli e dal corpus paolino e nemmeno dei passi più noti (Gv 16 32 citato in I dreamed I saw St. Augustine Rom 8 26 in Drifters' escape l'Apocalisse in più brani fra i quali Precious angel e When you gonna wake up che Carrera annette al cosiddetto "periodo cristiano" di Dylan).
Il profondo retroterra religioso non completa ovviamente il quadro culturale entro cui l'autodidatta Robert Allen Zimmermann può collocarsi. Non per niente in anni ancora recenti Carrera ha parlato del "mistero Dylan" paradossale per un artista la cui bibliografia secondaria ha pochi omologhi – e forse nessuno – nell'ambito della musica popolare. Qualche esempio con la guida meticolosa di Carrera potrà non essere inutile. In Lay down your weary tune del 1963 la melodia è basata su una ballata di origine scozzese ma Carrera trova una fonte letteraria meno evidente in una composizione di Ralph W. Emerson a questa tuttavia affiancando le parole del celebre inno inglese I hear the voice of Jesus say.
Mr. Tambourine man tradotta per esser cantata anche in italiano negli anni sessanta parte da una ballata irlandese di Brendan Behan drammaturgo di vita breve e buon successo tra la fine degli anni cinquanta e i primi sessanta ma assuona addirittura con l'Ode to a nightingale di Keats. La chilometrica Desolaton row mutua il titolo dai Desolation angels di Jack Kerouac (una presenza costante lungo quaranta e più anni di carriera) ma trova modo di citare Pound Eliot e secondo l'implacabile Carrera rinvia anche al Castello di Kafka.
Resta di fronte a un monumento del genere una domanda cruciale: perché leggere parole destinate all'ascolto in forma di canzone? La risposta è contenuta nelle note esplicative sopra riassunte e per esteso nelle circa cento pagine di commento testuale stampate su due colonne. Sta qui il merito principale di Carrera che ne ha tuttavia un altro di rilievo non minore. Essendo poeta resiste alla tentazione della versione metrica e sfugge d'altra parte alla comodità della cosiddetta "traduzione di servizio". Il Dylan di Carrera è un autore in cui infine "tendono alla chiarità le cose oscure". Il volume è di grande formato ma rilegato in modo da consentirne una buona maneggevolezza. Lo compreranno non soltanto i nostalgici di qualche buon tempo andato ma forse anche gli scettici e i giustamente convinti che altro è la poesia altro la canzone altro ancora la fedeltà di un critico a un artista; sempre commendevole questa se porta a esiti siffatti.
Giovanni Chouckadarian
Bob Dylan è l'artista che più di ogni altro ha rivoluzionato la forma della canzone, unendo in una sola ispirazione le tradizioni del folk anglosassone e del blues, del gospel, del rhythm and blues e del rock and roll. Le traduzioni di Alessandro Carrera, frutto di tre anni di lavoro, sono accompagnate da un apparato di note e informazioni che facilita al lettore l'impresa di addentrarsi tra gli innumerevoli riferimenti, richiami e citazioni di cui Dylan si serve liberamente, attingendo di volta in volta al patrimonio folklorico, alla Bibbia o alla poesia inglese e americana, da Shakespeare a Ginsberg: un universo ricchissimo, inesauribile, nel quale risiede gran parte del fascino intramontabile esercitato dalle canzoni dylaniane. Per la prima volta il lettore italiano ha a disposizione traduzioni filologicamente accurate, rispettose dei significati letterali e idiomatici dei testi, e insieme estremamente attente alla resa poetica in lingua italiana. Con questa edizione di Lyrics 1962-2001 i lettori scopriranno un Dylan che non conoscevano o conoscevano solo in parte, ancora più unico, imprevedibile e sorprendente di quello che potevano immaginare.
Testo originale a fronte.
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