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Machiavelli, o dell'incertezza - Giulio Ferroni - copertina

Descrizione


Nessun pensatore politico ha subito, come Machiavelli, il rischio di una continua riduzione al facile stereotipo di se stesso: una serie infinita di deformazioni e attualizzazioni, che tuttora imperversano, ha voluto riconoscere a tutti i costi nel segretario fiorentino lo «scienziato della politica» per antonomasia, lo scopritore della sua presunta «autonomia». La forza e l’originalità di quel pensiero viene qui fatta risalire alla sua natura «pratica» e al suo svolgersi da essenziali radici letterarie. Ferroni ne mette in evidenza alcuni punti fondamentali: l’«incertezza», l’«illusione» e l’«errore» come dati determinanti dell’agire politico e la minaccia di rovina che incombe su ogni potere e ogni istituzione. L’interesse attuale verso il pensiero di Machiavelli si riconosce quindi nel suo prospettare una vera e propria «antropologia del rimedio»: compito del politico è per l’appunto quello di trovare rimedi, di stornare per quanto possibile la minaccia della rovina.Una simile prospettiva può essere oggi di grande interesse, nel nostro mondo globalizzato e minacciato da disastri di ogni sorta. Il pensiero di Machiavelli ritrova così un’attualità fuori dalle spire velenose del machiavellismo, al di là delle presunzioni e degli stiracchiati ammiccamenti dei tanti piccoli machiavelli nostrani.

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Dettagli

2003
15 novembre 2003
153 p.
9788879898362

La recensione di IBS

Nessun pensatore politico ha subito, come Machiavelli, il rischio di una continua riduzione al facile stereotipo di se stesso: una serie infinita di deformazioni e attualizzazioni, che tuttora imperversano, ha voluto riconoscere a tutti i costi nel segretario fiorentino lo «scienziato della politica» per antonomasia, lo scopritore della sua presunta «autonomia».
La forza e l'originalità di quel pensiero viene qui fatta risalire alla sua natura «pratica» e al suo svolgersi da essenziali radici letterarie. Ferroni ne mette in evidenza alcuni punti fondamentali: l'«incertezza», l'«illusione» e l'«errore» come dati determinanti dell'agire politico e la minaccia di rovina che incombe su ogni potere e ogni istituzione.
L'interesse attuale verso il pensiero di Machiavelli si riconosce quindi nel suo prospettare una vera e propria «antropologia del rimedio»: compito del politico è per l'appunto quello di trovare rimedi, di stornare per quanto possibile la minaccia della rovina.
Una simile prospettiva può essere oggi di grande interesse, nel nostro mondo globalizzato e minacciato da disastri di ogni sorta. Il pensiero di Machiavelli ritrova così un'attualità fuori dalle spire velenose del machiavellismo, al di là delle presunzioni e degli stiracchiati ammiccamenti dei tanti piccoli machiavelli nostrani.

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Conosci l'autore

Giulio Ferroni

1943, Roma

Giulio Ferroni è un critico e saggista italiano. Professore all’università di Roma, si è dedicato in particolare al teatro del Cinquecento («Mutazione» e «riscontro» nel teatro di Machiavelli, 1972; Le voci dell’istrione. Pietro Aretino e la dissoluzione del teatro, 1977; Il testo e la scena, 1980), prima di intraprendere la stesura della Storia della letteratura italiana (1991). Nel 1996 ha pubblicato il saggio Dopo la fine. Sulla condizione postuma della letteratura, mentre alla sua vena di corrosivo osservatore dell’attualità culturale si devono le Lettere a Belfagor (1994), uscite sotto lo pseudonimo di Gianmatteo Del Brica. Altri saggi: La scuola sospesa (1997), Passioni del Novecento (1999), I confini della critica...

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