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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2013
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Il commissario Maigret si trova tra le mani un caso scomodo: un facoltoso commerciante di vini, Oscar Chabut, viene freddato all'uscita di una casa d'appuntamenti. L'indagine si complica quando il commissario, non solo deve maneggiare con cautela la notorietà della vittima, ma scopre che l'imprenditore aveva un numero nutrito di persone che lo avrebbero volentieri veduto morto. La sua indole crudele e prepotente aveva compromesso persino il suo rapporto con il padre, umile oste da lui rinnegato per via della sua modesta condizione, poco confacente alla sua immagine. La fortuna gira però dalla parte del commissario, che riceve numerosi messaggi e telefonate dall'assassino di Chabut, il quale lungi dall'essere pentito delle sue azioni vuole che Maigret capisca l'abisso di umiliazioni e disprezzo che l'hanno portato al gesto estremo. Un indagine che scandaglia meticolosamente la ribellione di un uomo ordinario ed anonimo ad un contesto di vessazioni. A mio parere, questo libro non brilla per incisività e fascino rispetto a molti altri del " filone Maigret".
Tornare a leggere un Maigret dopo i raccontini ultimamente pubblicati riconcilia col mondo.Lo leggo lentamente perchè ho paura di finirlo.Assolutamente perfetto.
Oscar Chabut è un grande commerciante di vini, venuto dalla gavetta e che ha raggiunto il successo calpestando più di un concorrente; inoltre, è in preda a uno sfrenato desiderio di possedere quante più donne possibili, vantandosi pubblicamente delle sue conquiste, che non gli importa se siano nubili o sposate, magari mogli di amici. Così quando quattro colpi di pistola di piccolo calibro troncano la sua vita in rue Fortuny, a pochi passi da una palazzina ospitale ritrovo di amanti, le indagini si presentano da subito assai difficili perché di gente motivata a ucciderlo ce n’è parecchia; se poi a questo aggiungiamo che Maigret è in preda a una di quelle influenze che lo stroncano è possibile capire quanto sia difficile avviare un’indagine, a meno che non ci sia il solito colpo di fortuna, in questo caso rappresentato dal colpevole che, pur non essendo pentito del delitto che ha commesso, ha in animo di costituirsi, possibilmente al celebre commissario, a cui invia sibilline missive o con il quale instaura brevi colloqui telefonici. Maigret e il produttore di vino è uno di quei gialli in cui si scopre chi è l’omicida abbastanza per tempo, eppure ha il pregio di mantenere un’apprezzabile tensione fino all’ultima pagina, e ciò nonostante si vada progressivamente instaurando una sorta di simpatia del commissario per il reo, tanto che ancora una volta rifulge la straordinaria umanità di Maigret, tanto propenso ad aiutare, ove possibile, gli umili e i diseredati quanto capace di mostrare il suo disprezzo per certi pesci cani capitalisti avvezzi a offendere l’altrui dignità. Un Simenon al meglio attrae il lettore con un Maigret, come al solito bravo, ma sempre capace di comprendere le ragioni degli altri, nei confronti dei quali dimostra il suo senso di pietà. Da leggere.
Recensioni
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