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Libro effettivamente interessante, anche se a volte confuso. Penso che potesse essere sviluppato meglio. Voto basso per il prezzo: troppo alto per 190 pagine che si leggono in una giornata di vacanza.
Il romanzo non mi ha convinto. La storia di base da cui parte il tutto è davvero buona, la leggenda della caccia selvatica è un ottimo spunto per un romanzo di genere horror. Purtroppo però, man mano che andavo avanti con la lettura, mi è parso che l'autore non fosse in grado di padroneggiare a pieno tutto quello di cui voleva scrivere. Per la prima metà del romanzo si passa per una serie di personaggi che alla fine sono inutili, che servono solo a far da presentazione alla storia che comincerà nella parte finale e che si protrarrà per una ottantina di pagine appena. Non vedevo certo la necessità di introdurre così tante figure, che alla fine scompaiono nel nulla... Poi la storia è piena di punti oscuri, certe azioni o accadimenti si devono prendere per buoni, senza che venga data la minima spiegazione al lettore. Concludendosi poi in un finale frettoloso e confuso. Credo che se l'autore avesse dato più spazio ai propri personaggi, aggiungendo un centinaio di pagine almeno, il risultato sarebbe stato completamente diverso. Nulla da criticare invece sullo stile di scrittura di Coltri, che nonostante tutto padroneggia più che bene la lingua, riuscendo a creare una certa angoscia nel lettore.
La corsa selvatica di Riccardo Coltri è un romanzo molto particolare. Fonde l'horror con il fantastico, attingendo dalle leggende alpine e mediterranee, con una scrittura piacevole che ti porta al centro della storia e non ti permette di lasciarla fino a che non hai letto l'ultima riga. Sono stati due giorni di lettura intensa, di associazione psicologica con i personaggi - soldati, medium, persone in qualche modo con capacità particolari nel percepire il male - e di piacevole ritorno nei luoghi dove trascorrevo le estati da piccola, quel trentino che mia nonna annunciava pronunciando la frase "chi ghe sera il vecio confine de Ala". Ma sono stati anche due giorni di sofferenza vera perché il tormento dei personaggi che via via vengono presentati, le loro frustrazioni e soprattutto i dolori fisici a cui vanno incontro mentre la storia si svelava in tutta la sua tragicità, li ho sentiti davvero. Non voglio parlare della trama, sarebbe come voler rovinare tutta la lettura, nè dei personaggi, perché mi sono fatta un'idea che è troppo fisica per riuscire a essere obiettiva. Quello che voglio dire è che era da un po' che non leggevo un romanzo horror così coinvolgente, dove la storia e la scrittura surclassano di molto il livello medio del genere.
Recensioni
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Cominciamo con il dire che l'opera in questione è uno pseudobiblion, cioè uno dei principali romanzi dell'ipotetico scrittore Morgan Perdinka suicida nel 2007 (l'"edizione originale" è del 2003), ma in realtà frutto della fantasia di Danilo Arona, saggista e romanziere tra i padri nobili del fantastico italiano contemporaneo, che qui appare come curatore. Edito dalle giovani e attivissime Edizioni XII, con un bel catalogo attento alla produzione immaginifica e visionaria soprattutto nostrana, e volumi di particolare eleganza grafica, il romanzo compenetra horror e fantascienza in una declinazione originale del tema dell'orrore cosmico. Tutto ruota attorno a Malapunta, isola ipotetica e semideserta tra Corsica e Arcipelago toscano: e dopo una prima parte più tradizionale, sullo straziato autoesilio in loco del vedovo Nico Marcalli e i misteri lì incontrati, la storia assume il ritmo del sogno. A condurre a risultati inattesi è stato in effetti un esperimento di un po' fuori dalle righe, una sorta di trekking di sopravvivenza onirica condotto appunto sincronizzando i sogni lucidi di più persone: e il tutto non farà che accelerare la corsa verso una più ampia crisi planetaria. Specialista in romanzi-saggi, Arona gioca fascinosamente le sue carte mischiando angosce da lutto e druidi, miti del mare e realtà parallele, geografia fantastica e frontiere della neurologia: volti, eventi, cause ed effetti si sovrappongono e trascolorano continuamente in altro, con risultati quasi sperimentali che rappresentano un esempio di particolare interesse delle nuove frontiere del genere. Indubbiamente chi cerca un fantastico più tradizionale resterà spiazzato: ma la colpa o il merito, ammicca sornione il curatore, è di Morgan Perdinka, o delle platee del mondo parallelo che l'hanno acclamato autore di culto.
Franco Pezzini
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