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Se ci si chiede come mai le operazioni militari delle nostre guerre risorgimentali si siano svolte prevalentemente sui colli morenici del Garda e quindi su un terreno poco pianeggiante e sfavorevole al movimento degli eserciti, la spiegazione sta unicamente nel fatto che esisteva una grandiosa linea di difesa, non rigida, ma elastica, costituita dal famoso quadrilatero con le fortificazioni di Peschiera, di Verona, di Mantova e di Nogara, i cui lati molto lunghi potevano peraltro consentire una vigorosa penetrazione, se compiuta con uomini e mezzi in numero adeguato, così da mettere in difficoltà l'intero sistema. Il generale Armando Rati, mantovano di nascita, ha consegnato alle stampe un libro assai interessante in cui descrive gli aspetti militari di battaglie come quelle di Solferino, di San Martino e di Custoza, non tralasciando tuttavia, e senza appesantire la narrazione, gli accadimenti politici forieri delle nostre tre guerre per l'indipendenza. Se il lettore ha timore che movimenti di truppe, orari, caratteristiche degli scontri possano risultare gravosi, preciso da subito che l'autore è riuscito in modo encomiabile a dare, senza esser greve, una visione di queste battaglie, divise quasi sempre in episodi ben precisi, in fatti d'arme che nel loro insieme costituiscono il vero e proprio combattimento, quello che a scuola ci è stato di in volta indicato come le vittorie di Solferino e di San Martino, o come le sconfitte di Custoza, ameno paese del veronese teatro di sanguinose lotte sia nella prima che nella terza guerra d'indipendenza. In questo libro, inoltre, vi è da rilevate la grande obiettività dell'autore, teso sì ad esaltare il valore dei nostri soldati, ma anche ad evidenziare quello dei nostri nemici, insomma un'opera, che sotto qualsiasi aspetto la si guardi, è senz'altro meritevole di essere letta.
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