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Manuale di geopolitica - Carlo Jean - copertina
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Manuale di geopolitica - Carlo Jean - copertina

Descrizione


Il volume è il contributo italiano alla geopolitica, la scienza che analizza i rapporti tra fattori geografici e scelte politiche, in continua evoluzione teorica e applicativa. Tra gli argomenti trattati: le principali teorie geopolitiche; geopolitica, organizzazione sociale, cultura e tecnologia; la geoinformazione; la geopolitica dalla fine della guerra fredda agli attentati dell'11 settembre 2001; interessi nazionali, opzioni e prospettive geopolitiche per l'Italia in Europa e nel mondo all'inizio del XXI secolo.
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Dettagli

5
2006
21 febbraio 2003
368 p.
9788842068709

Voce della critica

La geopolitica è tornata una disciplina al centro dell'attenzione (cfr. "L'Indice", 1998, n. 2) nel momento in cui si è sciolta la contrapposizione, frutto della guerra fredda, tra Stati Uniti e Urss. L'instabilità degli scenari internazionali, seguita al 1991, sembra trovare risposte più congrue nella trama degli studi strategici, inclusi nella più complessa e informe geopolitica. In questi anni il termine "geopolitica" finisce del resto per designare l'incerto percorso di formazione di un nuovo assetto internazionale. Proponendo le riflessioni sul concetto espresse nel corso di un secolo, Jean dimostra che la geopolitica non è una scienza, ma una "geografia del principe", dove i dati analitici a disposizione vivono di un'interpretazione variabile a seconda degli obiettivi che chi comanda si pone. L'autore si inoltra in una valutazione dello stato dell'arte e, partendo dagli studi di fine XIX secolo, mostra quanto i sentimenti e il senso comune, presenti nello stato di appartenenza, influenzino le analisi. I geopolitici non sono stati soltanto studiosi di scienza della politica (d'altro canto gli stessi geografi europei ottocenteschi misero le loro competenze al servizio della causa coloniale dei rispettivi paesi), ma sono stati anche militari, come Karl Haushofer, generale tedesco le cui teorie pangermaniste circolavano già prima della Grande guerra. La disciplina è insomma rilevante anche per il fatto di non restare confinata negli ambienti accademici. Non a caso l'autore è generale di corpo d'armata, insegna studi strategici alla Luiss, con un passato di consigliere militare, dal 1990 al 1992, del presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

La geopolitica si presenta dunque come una disciplina di confine, che osserva la politica degli stati alla luce di un reticolo di geografia economica e politica, dove la politica di potenza entra in rapporto con gli obiettivi, le risorse del territorio e le strategie militari. Da sempre, ed è merito dell'autore segnalarlo, una componente della geopolitica è l'informazione (qui definita geoinformazione), che agisce tra gli obiettivi dichiarati da uno stato e le forme di propaganda e di manipolazione che li accompagnano. Se alla fine dell'Ottocento la manomissione delle informazioni interessava le agenzie di stampa, negli ultimi due decenni il rapporto tra obiettivi strategici e informazione si è ulteriormente articolato. Nella conduzione dei conflitti, l'informazione si pone allora pone come un indispensabile soft power da abbinare allÆhard power rappresentato dalla potenza politica e militare. La teoria dell'informazione, concepita negli Stati Uniti nella versione dellÆideological dominance, si presenta come un'arma che si prefigge di "modellare le percezioni e le preferenze degli "altri" (il nemico), alterarne i valori e i riferimenti simbolici. Il modello derivatone attesterebbe poi che solo in questa maniera si può rendere definitiva la vittoria.

Alcuni concetti troppe volte ripetuti, così come l'assenza di un indice dei nomi, sono nei che non offuscano un impianto di lavoro che ha tra i suoi meriti principali quello di sviscerare le strategie operative degli attori attualmente operanti sulla scena internazionale, fornendo anche materiali utili al fine di afferrare e storicizzare il presente.

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