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La vicenda è abbastanza avvincente e coinvolgente. I personaggi sono ben delineati. Il risvolto esoterico è estremamente latente e non disturba. Tuttavia "La mappa dei tre labirinti" non funziona, infarcito com'è di svarioni macroscopici. L'autrice colloca un califfo mussulmano a Costantinopoli nel 725 d.C. La protagonista femminile, è armata con una Walther PPK che diventa dopo poche pagine una rivoltella a tamburo! Si accenna alla difesa di Amburgo ad opera di un manipolo di ragazzini della Hitlerjügend contro i russi quando la città è stata occupata dalle truppe anglo-americane ed i russi neppure si sono avvicinati ad essa. Il protagonista si camuffa tagliandosi i capelli a spazzola, poi, però si infila un casco in testa, monta su una moto sfrecciando nella campagna tedesca ed il vento gli scompiglia i capelli (a spazzola e sotto il casco?). Il libro è pieno di scivoloni di questo genere. Talvolta viene la tentazione di mollare il volume e mettersi a controllare ogni singola affermazione della scrittrice guastando la gioia della lettura. Ogni volta che il lettore incappa in questi errori si distrae, perde il filo dell'esposizione e smarrisce il necessario rapporto fiduciario che deve esistere tra narratore e ascoltatore. Ed è un vero peccato perché la storia non sarebbe affatto disprezzabile, ma ci voleva sicuramente maggior diligenza nella stesura.
Scorrevole e ben scritto. I personaggi si alternano molto bene. La ricerca spasmodica del protagonista, attraverso i labirinti più o meno celati, del segreto dell'albero della vita portano il lettore ad un epilogo sconcertante. Leggetelo fino alla fine ne vale la pena.
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