L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Prezzo minimo ultimi 30 giorni: 7,92 €
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Il problema non è secondario. Alla politica è consustanziale la menzogna? Detto in altre parole, la politicità dell'essere umano genera necessariamente anche la menzogna, oppure questa costituisce un tradimento dei fondamenti della politica? E quali sarebbero, dunque, questi fondamenti? Quale il significato di politica cui ci si riferisce? Attraverso un viaggio nel tempo che trae origine dal concetto di "parresia" dell'antica Grecia e giunge a Foucault, Rorty, Jankélévitch e Said, considerando diversi esponenti del pensiero medievale e moderno, e la riflessione di Orwell, Weil, Koyré, Arendt, Del Noce e Bobbio l'autrice cerca di problematizzare la pratica del mentire come atto voluto e, pertanto, come particolare forma di azione politica. Emerge infine, dal quadro storico-teoretico di riferimento, una vera e propria incompatibilità fra democrazia e menzogna. Se si considera la prima, infatti, edificata sulla fiducia reciproca dei governati e su quella tra essi e i governanti, la menzogna pubblica con tutta evidenza viola il patto fiduciario su cui si basa la legittimità dell'élite al potere. La questione sembra però essere ancora più grave. L'atto linguistico, infatti, è lo strumento che alimenta il legame sociale e acquista significato solo in rapporto a una generale e ordinaria aspettativa di veridicità. Occorre insomma stare attenti a non sostituire "il presupposto veritativo che fonda la società" con un fine (la carità o la solidarietà) che, "da un lato, è tautologicamente già presente nel legame sociale e, dall'altro, non può realizzarsi compiutamente se non credendo nella 'verità' del fine stesso". Chi mente (in politica) accresce il proprio potere nei confronti dell'interlocutore, ostacolandone quel perseguimento di libertà ed eguaglianza proprio di ogni società davvero democratica.
Davide Cadeddu
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore