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Le mie amiche streghe
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Le mie amiche streghe - Silvia Bencivelli - copertina
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mie amiche streghe

Descrizione


Le tragicomiche avventure di Alice sul confine tra scienza e stregoneria. Finalista al Premio Letterario Chianti 31ma edizione 2017/2018

"Essere felici è molto più divertente che essere perfette"

Alice ha quasi quarant'anni, non beve caffè, ha paura dei gabbiani, cura la gastrite con le banane, e sul mondo si concede di avere piú domande che risposte. Capire le cose difficili è la sua passione, e dopo che le ha capite ha il dono di saperle spiegare agli altri. Tecnicamente è un medico, in realtà fa la giornalista scientifica, è rigorosa fino all'impossibile, adora gli aperitivi e ha le stesse amiche dalle elementari. Amiche che la considerano una clamorosa rompiscatole. Perché Alice ultimamente le ascolta parlare e non le riconosce piú. Erano lucide e ragionevoli, adesso credono alle pozioni miracolose, alle terapie alternative, ai magici benefici del cetriolo e agli spaventosi malefici di generiche multinazionali del male. Ma forse sono i suoi occhi testardi a voler negare il potere inesauribile dell'irrazionalità. Alice detesta le cose semplici, soprattutto se sono anche sbagliate. Fa la giornalista scientifica, perciò il mondo è abituata a interrogarlo e poi a raccontarlo. Anche alle sue amiche, che intrattiene per ore con le sue storie bislacche di scienziati. D'un tratto però le sue amiche sono diventate tutte streghe. Cioè, sono ancora le stesse di sempre, eppure sono diventate incomprensibili. Credono alle pozioni magiche, ai piani astrali, ai complotti, ai rimedi della medicina non ufficiale. Valeria, per esempio, spera di far girare il feto podalico che ha in grembo facendo le capriole in acqua. Vuole evitare il cesareo a tutti i costi perché ha letto su internet che non è il modo migliore per iniziare il rapporto con suo figlio. E dire che la nonna di Alice, ai suoi tempi, un parto podalico se l'è fatto per via naturale aiutata solo da una bottiglia di brandy, e a distanza di settant'anni non è affatto certa che sia stato un bel modo per iniziare alcunché. E poi c'è Lucia, fissata con l'alimentazione sana e i prodotti bio. E Arianna, medico anestesista, che si scopre fautrice dell'omeopatia. E ancora quella che non vuole vaccinare i figli, quella che segue l'ultima dieta del momento, quella che legge il futuro negli oroscopi. Alice si arrabbia, cerca di farle ragionare, e a volte pontifica, perché sembra incapace di vedere anche lei una semplice realtà, cioè che le emozioni possono tradire. Un romanzo d'esordio brillante e originale sulle nostre superstizioni ma soprattutto sulle nostre fragilità, che ha il coraggio di affrontare ironicamente temi molto dibattuti conquistandoci con la voce irresistibile della sua autrice.
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Dettagli

2017
24 aprile 2017
178 p., Brossura
9788806232078
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Indice

È podalico. Lorenzo deve nascere tra un mese, ma è podalico e non ha nessuna intenzione di girarsi. Solo che Valeria il cesareo non lo vuole fare. Non vedo alternative, le ho detto. E lei ha scosso la testa. Non è una di quelle cose che puoi decidere tu, Valeria: sii ragionevole. Anzi, pensa alla fortuna di non doverlo partorire per via naturale, un feto podalico, ho insistito. Ma lei ha continuato a scuotere la testa. È una maternità mutilata, che inaugura un rapporto con tuo figlio mediato dalla tecnica: me lo ha ripetuto più volte, provando a convincermi. Lei il parto lo vuole naturale. Probabilmente anche senza anestesia, con tutto il dolore che, le hanno detto, deve accompagnare una maternità completa. Si è anche informata su come partorire in casa, ma lì Merlo, il suo compagno, si è opposto: «Non fare stupidaggini, hai trentanove anni, quel bimbo è podalico e soprattutto è anche mio!» Sul no al cesareo, comunque, non transige: non lo vuole fare. E quindi? Quindi le stiamo provando tutte. Abbiamo parlato a Lorenzo, lo abbiamo manipolato delicatamente attraverso la pancia di Valeria, per convincerlo a mettersi in posizione. Quando è toccato a me, ho cercato di nascondere il ribrezzo nel sentire quegli ossicini del ginocchio, o forse del gomito, oltre la pelle della mia amica, e li ho spinti con delicatezza maldestra verso il basso. Ma, ovviamente, parlare a un feto di otto mesi e cianciare la pancia di Valeria non è servito a niente. E Lorenzo è ancora lì, a testa in su. La sua storia comincia così, con due piedi nel osto sbagliato, La mia, con me che una mattina di giugno mi faccio convincere, e mi faccio portare al mare. Ma come potevo dire di no a Valeria? E poi lo volevo o no il titolo di zia?

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eljx
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W la scienza

un libro ben scritto che mette in risalto la mentalità anti scientifica che ai giorni nostri è così tanto incredibilmente diffusa su tutti gli strati della società

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Linda
Recensioni: 5/5

Un bel libro! frizzante, curioso e snob quanto basta. L'autrice riecse a farci vivere nel romanzo non solo da lettori! Storie quotidiane, tra ricordi e amicizie. Un romanzo che potrebbe diventare film!

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Voce della critica

Valeria e io siamo cresciute insieme, nella stessa città e nelle stesse scuole, nelle stesse piazzette e negli stessi giardini pubblici. Siamo figlie della stessa borghesia intellettuale di sinistra e dei suoi cascami anni Ottanta, tirate su a lezioni di musica, nuoto, judo e gite nei boschi in autunno. Solo che oggi lei è diventata una strega. Una che crede alle pozioni magiche e ai massaggi miracolosi.

Alice è una giornalista scientifica, laureata in Medicina, considerata dai più una “privilegiata” e “rompiscatole” e da sé stessa uno “strano medico-giornalista che non sa nemmeno mettere un cerotto, ma che come teorico se la cava benino”. Ha una serie di amiche che lei definisce streghe perché, nonostante tanto po’ po’ di lauree, hanno iniziato a mettere in dubbio la validità della medicina tradizionale a favore di pratiche e cure alternative.

– Alternativo a cosa? – chiedo io, simulando stupore ma vivendo fastidio. E loro, in coro: – Alternativo a quelli della modernità!
Come alghe secche da diciassette euro al barattolo e bacche cinesi («Ma il tuo contadino a chilometro zero non potrebbe farsi mandare i semi dalla Cina e coltivare le bacche qui?», ho chiesto un giorno a Valeria. E lei: «Ma no, dài, sono bacche cinesi tradizionali…»).
A volte le mie amiche trovano il mago che con qualche seduta le mette a dieta, ma una dieta che se la prende insensatamente con qualche alimento di quelli con cui siamo cresciute («Perché proprio i pomodori?» «Perché il campo magnetico del pomodoro interferisce con il mio plesso energetico solare»).

Sono streghe perché praticano una sorta particolare di stregoneria o brujería e cioè “l’enorme quantità di tempo investita dalle donne a discutere di oroscopi, malattie inesistenti, terapie per il niente e misteri vari.”

La narrazione diventa così una riflessione ironica, pungente e divertente sulla medicina frutto di scienza, studio e ricerca in opposizione alla medicina alternativa frutto, sovente, di casualità e improvvisazione.
L’autrice, pardon, la protagonista ne ha un po’ per tutti e si diverte a smascherare e confutare queste alternative citando esempi con dovizia di particolari, frutto di ricerche approfondite. Con uno stile narrativo vivace e leggero ci invita a riflettere su falsi (o presunti tali) miti, su cure alternative del momento, su teorie prive di fondamento scientifico. E ci tiene compagnia chiacchierando in maniera anche wikipediana (o wikipedestre…), passatemi il termine, sugli argomenti più disparati.

Perché, in fin dei conti, sono tante le donne, e anche gli uomini, a essere comunque un pochino streghe.

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Conosci l'autore

Silvia Bencivelli

Silvia Bencivelli è giornalista scientifica. È co-conduttrice di Nautilus, programma quotidiano di scienza su Rai Scuola e di Radio3 Scienza su Radio Rai. Collabora con «La Repubblica», «Le Scienze» e diverse altre testate e case editrici. Insegna al master di giornalismo scientifico della Sapienza di Roma. Con Sironi ha pubblicato Perché ci piace la musica (2007, 2012). Con Einaudi ha pubblicato Sospettosi, noi e i nostri dubbi sulla scienza (2019).

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