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Film molto sottovalutato, consigliato
Considerando che non amo molto lo stile cinematografico di Tim Burton, direi che questo film mi ha davvero stupito. Infatti mi ha catapultato con piacere fin da subito in un mondo surreale in cui gli elementi della favola per bambini si amalgamano perfettamente con lo stile noir e gotico di Burton. La trama è ricca di mistero e, nonostante la sua semplicità, intrattiene e non annoia mai. Tuttavia molti dei personaggi non sono ben descritti nella loro psicologia e nella loro ragion d'essere e spesso si ritrovano calati nel loro ruolo senza permettere allo spettatore di conoscerli fino in fondo. Il film pertanto ha i suoi difetti e i suoi pregi, ma dal mio punto di vista cattura l'attenzione e si fa guardare con piacere.
L'eterna infanzia secondo Tim Burton Il giovane Jake ha un nonno che ammira e che, negli anni dell'infanzia, gli ha arricchito l'immaginazione, raccontandogli storie e avventure della sua vita. La maggior parte di quei racconti in famiglia vengono ritenuti semplici fantasie. Jake, invece non sa cosa pensare esattamente, ma quando il nonno viene ucciso da una strana creatura comincia a riflettere su tanti particolari di quelle storie che contengono veri e propri indizi. Seguendoli, verrà catapultato in un mondo dove il tempo è fermo nella "giornata perfetta" e nel luogo dove abita la perturbante Miss Peregrine insieme a un gruppo di ragazzi dotati di straordinarie capacità. Tutti insieme devono scongiurare una grave minaccia, sconfiggere una confraternita di micidiali mangiatori d'occhi e trovare un altro "anello temporale" e un'altra giornata perfetta in cui mettersi in salvo. Il tocco di Tim Burton è ben presente in questa pellicola, affascinante e molto meno banale e infantile di quanto possa far temere il titolo. Gli omaggi, seppur digitali, alla cinematografia degli inizi sono tanti, e la parabola del giovane Jake, certo di essere un normale tra i diversi, che trova sicurezza, amore e amicizia è il vero scrigno di tesori del film.
Recensioni
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Fuoco, invisibilità e sguardi che pietrificano sono solo alcuni dei super poteri che hanno i protagonisti di Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali, il nuovo film di Tim Burton tratto dal libro del 2011 di Ransom Riggs. A differenza degli X-Men o dei maghetti dei libri della Rowling, questi bambini non si muovono tra noi, ma all’interno di un grande loop temporale che gli fa rivivere lo stesso giorno del 1943, unico modo per restare al sicuro e sfuggire agli attacchi dei “vacui”, cattivoni senza pupille che vogliono ucciderli per ottenere l’immortalità.
Un po’ un casino, vero? Forse sì, perché di cose, nel nuovo film di Tim Burton, ne capitano parecchie – forse troppe.
Ma torniamo ai nostri giorni, perché si parte proprio da qui e da Jake Portman, ragazzino che inizia a credere che i racconti del nonno – che giura di essere cresciuto in quel mondo magico – non siano frutto di un anticipo di Alzheimer ma di qualcosa di reale, e che potrebbe essere responsabile della sua morte misteriosa. Inizia così la sua avventura tra America e Europa, presente e passato, alla scoperta delle sue radici e in continuo pericolo tra i bombardamenti nazisti della Seconda Guerra e mostri di ogni tipo.
Riuscire a incastrare tutti i pezzi della trama nelle due ore di film potrebbe risultare un tantino faticoso se non avete letto il libro. Inoltre, l’abbondante utilizzo di tecniche di animazione digitale vi riporterà a tratti a respirare le atmosfere diabetiche del non riuscitissimo Alice in Wonderland del 2010.
Tolti questi due aspetti, difficilmente non sarete affascinati dalla spocchia che Eva Green mette nell’interpretare quella Mary Poppins goth che è Miss Peregrine e dalla follia del personaggio di Samuel L. Jackson, capo dei cattivi, oltre che da alcune scene decisamente punk, come la lotta dell’esercito degli scheletri al luna park.
La Casa dei Ragazzi Speciali non è un film che entrerà nella storia, ma se siete tra quelli che, come il sottoscritto, tra il credibile e l’incredibile scelgono sempre e comunque il secondo, non ne sarete delusi. Voto 3/5
Recensione di Filippo Ferrari
Un film ispirato e personale, abitato in un mondo di infanzia eterna
Trama
Jacob ha sedici anni, una madre distratta e un padre pragmatico. Timido e impacciato è cresciuto col nonno, Abraham Portman, sfuggito alle persecuzioni naziste e riparato in un orfanotrofio diretto da Miss Peregrine. Di quell'infanzia, spesa in un'isola a largo del Galles, Abraham racconta meraviglie incantando Jacob e cogliendone la natura peculiare. Perché Jacob, proprio come suo nonno, è un ragazzino speciale che scoprirà la sua vocazione in circostanze drammatiche. Alla morte del nonno, ucciso dal suo peggiore incubo, Jacob decide di lasciare la Florida per il Galles, alla ricerca di qualcosa che possa spiegare le sue ultime volontà. Spiaggiato sull'isola, scopre molto presto che Miss Peregrine non era un'invenzione di una mente senile ma una giovane donna che accudisce ragazzi con doni speciali. Doni che mostri avidi e voraci vorrebbero possedere. Protetti da un loop temporale, Jacob e compagni risponderanno alla minaccia.
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