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Monte Cinque - Paulo Coelho - copertina
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Monte Cinque

Descrizione


Il profeta Elia testimonia, con la sua vicenda umana, la volontà indomabile di chi non si rassegna a un destino prestabilito ma, a costo di sfidare la volontà divina, percorre fino in fondo la propria strada, per affermare se stesso e afferrare saldamente il comando della propria vita. Il Signore ha ordinato tremende prove per colui che ascenderà al cielo su un carro di fuoco trainato da cavalli fiammeggianti. Per sfuggire alla persecuzione della regina Gazabele, Elia è costretto a lasciare Israele. Giunto nella città di Akbar, la vedrà messa a ferro e fuoco dall'esercito assiro e assisterà impotente alla morte della donna che ama. La volontà del profeta lo spingerà a superare ostacoli, paure e rimpianti.
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Dettagli

2012
Tascabile
241 p., Brossura
9788845272202
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Indice


Le prime frasi del libro:

PROLOGO

All'inizio dell'anno 870 a.C., una nazione conosciuta come Fenicia, che gli israeliti chiamavano Libano, celebrava quasi tre secoli di pace. I suoi abitanti potevano ben essere orgogliosi delle proprie imprese: poiché non erano politicamente forti, erano stati costretti a sviluppare una invidiabile capacità di commerciare, unica maniera per garantirsi la sopravvivenza in un mondo devastato da continue guerre. Un'alleanza stipulata intorno all'anno 1000 a.C. con il re Salomone di Israele aveva loro consentito di modernizzare la flotta mercantile e di espandere il commercio. Da allora, la Fenicia non aveva mai smesso di crescere.
I suoi navigatori erano giunti in luoghi distanti quali la Spagna e l'Oceano Atlantico, e secondo alcune teorie, tuttavia non ancora confermate, avrebbero lasciato delle iscrizioni nel nord-est e nel sud del Brasile. Trasportavano vetro, cedro, armi, ferro e avorio. Gli abitanti delle grandi città come Sidone, Tiro e Biblo conoscevano i numeri, i calcoli astronomici, l'uso del vino, e usavano, da quasi duecento anni, un insieme di caratteri per scrivere cui i greci avevano dato il nome di alfabeto.
All'inizio dell'anno 870 a.C., in un luogo lontano chiamato Ninive, era riunito un consiglio di guerra. Un gruppo di generali assiri aveva deciso di inviare i propri eserciti a conquistare le nazioni situate lungo la costa, sul mare Mediterraneo. La Fenicia era stata scelta come il primo paese da invadere.
All'inizio dell'anno 870 a.C., due uomini nascosti in una stalla di Gileade, in Israele, attendevano di morire nelle ore successive.

PRIMA PARTE

"Ho servito un Signore che adesso mi abbandona nelle mani dei miei nemici," disse Elia.
"Dio è Dio," rispose il levita. "Egli non disse a Mosè se era buono o cattivo. Egli disse solo: Io sono. Egli è dunque tutto ciò che esiste sotto il sole: il fulmine che distrugge la casa, e la mano dell'uomo che la ricostruisce."
Parlare era l'unica maniera per dissipare la paura. Da un momento all'altro i soldati avrebbero aperto la porta della stalla dove si trovavano, li avrebbero scoperti e offerto loro l'unica scelta possibile: adorare Baal, il dio fenicio, o essere condannati a morte. Stavano perquisendo casa per casa, convertendo o condannando a morte i profeti.
Forse il levita si sarebbe convertito e sarebbe così sfuggito alla morte. Ma Elia non aveva scelta: tutto stava accadendo per colpa sua, e Gezabele voleva comunque la sua morte.
"È stato un angelo del Signore a costringermi a parlare con il re Acab e ad annunciargli che non avrebbe piovuto finché Baal fosse stato adorato in Israele", disse, quasi chiedendo perdono per aver prestato ascolto alle parole dell'angelo. "Ma Dio agisce lentamente; quando la siccità comincerà a fare effetto, la principessa Gezabele avrà già distrutto tutti coloro che saranno rimasti fedeli al Signore."

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diego
Recensioni: 3/5

Monte cinque parla della storia del profeta Elia, di come sia stato costretto ad abbandonare Israele a causa della persecuzione della regina Gazabele, rifugiandosi ad Akbar, dove sopravviverà all'invasione da parte dell'esercito assiro. Il profeta Elia esprime la volontà indomabile di chi non si rassegna al fato, ma è pronto a sfidare se necessario la volontà divina, per riprendere le redini della propria vita. Inizialmente l'ho trovato un po'noioso ma siccome so che Coelho,in un modo o nell'altro mi ha sempre sorpresa, ho deciso di proseguire e difatti non mi sbagliavo.Veramente bello e intenso. È uno di quei libri che ti entra nel cuore e ti insegna molto. Lo consiglio.

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Gabriele Fabbri
Recensioni: 4/5

Un ottimo libro che offre molti spunti per profonde riflessioni. Al riguardo, mi hanno particolarmente colpito due citazioni " ..l'uomo deve scegliere, e non accettare il proprio destino"; " ...abbiamo smesso di riflettere sulla vita, e abbiamo deciso di viverla".

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Lau
Recensioni: 5/5

Libro assolutamente stupendo! Lo consiglierei a tutti. Si legge molto facilmente e tutto d'un fiato. Porta dentro di sè degli insegnamenti davvero significativi. Elia è stato un personaggio importante nella storia ebraica e con questo libero Paulo ha saputo dare, l'importanza che merita, e un grande insegnamento agli uomini. Un vero capolavoro di Paulo.

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La recensione di IBS


"I profeti non conoscono il futuro. Trasmettono soltanto la parola che il Signore ispira loro nel presente. Per questo io sono qui, senza sapere quando tornerò nel mio paese. Egli non me lo dirà prima di quanto sia necessario."

Un uomo di fronte al suo destino, un uomo scelto da Dio, ma che deve saper affrontare la vita e le sue dure prove anche senza sapere di avere un alto protettore che andrà in suo soccorso. Elia, il profeta, che tra angosce e dubbi scopre di avere un compito e una funzione da assolvere che non conosce e di cui si sgomenta. Sa solo di dover attraversare molti dolori, molte tragedie, con l'anima tesa ad ascoltare la voce dell'Angelo, la voce di Dio che spesso disorienta e spinge ad affrontare prove difficili. Elia è un uomo che conosce la paura e la sofferenza, la solitudine e l'amore; teme di cedere ai sentimenti che lo potrebbero allontanare dal compito che Dio gli ha assegnato, proprio perché vuole, sempre, assumersi le responsabilità dei suoi gesti. La pace è ciò che vuole, ciò che cerca di procurare al popolo che lo ha accolto, eppure deve subire le conseguenze della guerra che non ha mai voluto, deve soffrire per la morte dell'unica donna che ha amato, deve proteggerne il figlio e affrontare l'ira ingiusta della popolazione. Accolto senza entusiasmi, considerato portatore di sventura perché straniero e ostile alla bella e crudele Gezabele (la moglie libanese del re d'Israele Acab, che aveva imposto ai sudditi la religione pagana del suo paese) riconquista la fiducia del popolo grazie ad un intervento divino: la resurrezione del figlio della vedova che lo ospitava. La guerra con gli Assiri, che Elia cerca in ogni modo di scongiurare, sarà disastrosa e vedrà tra le vittime anche la vedova di cui il profeta si è innamorato. La donna lascia in eredità al figlio solo un messaggio d'amore, gli affida quel giovane che aveva già salvato una prima volta accogliendolo esule e affamato, e poi un altro impegno morale (così almeno pensa il figlio): proseguire nell'arte dello scrivere, nella fissazione, attraverso un alfabeto, degli eventi e dei sentimenti degli uomini da consegnare alla posterità. La scrittura quindi, la grande invenzione, quasi divina, che permette l'immortalità e la rottura delle barriere del tempo.

Ma Dio appare lontano ad Elia, gli angeli tacciono, la solitudine dell'uomo è terribile. Dentro di sé o tra le parole di chi lo circonda è possibile scoprire il messaggio che può guidarlo lungo la strada assegnatagli.

Coelho vuole proprio lanciare questo messaggio: la sofferenza nella vita è inevitabile, il dolore fa parte dell'esperienza umana e ci colpisce all'improvviso, dettato dal caso o da un disegno misterioso, l'uomo deve trovare in sé la forza per attraversare la via della sofferenza e in fondo lo aspetta la piena realizzazione della sua personalità.

Il messaggio è chiaro, il linguaggio è semplice e forse proprio in ciò risiede il successo dello scrittore brasiliano. L'invito al lettore è quello di prestare attenzione ai piccoli segnali che la quotidianità ci dà, magari in modo nascosto, dice Coelho: "Gli angeli parlano tramite la bocca della gente, i fatti di ogni giorno: è il linguaggio simbolico dei segni... Per coglierlo bisogna lasciarsi andare all'intuizione, che non usiamo per la troppa paura di sbagliare".

Le interviste allo scrittore ci mostrano un uomo che, nonostante i dolori che ha dovuto affrontare, ha una gran voglia di vivere, che sente la gioia della "materialità" e non solo quella della spiritualità. Nulla di autopunitivo nella sua fede, nessun ascetismo esasperato, nessuna fuga dal mondo, piuttosto una spiritualità moderna, e una grande fiducia nella propria capacità di interpretare i bisogni degli uomini d'oggi.

A cur di Wuz.it

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Conosci l'autore

Paulo Coelho

1947, Rio de Janeiro (Brasile)

Paulo Coelho è nato a Rio de Janeiro nel 1947. È considerato uno degli autori più importanti della letteratura mondiale. Le sue opere sono state pubblicate in più di centosettanta paesi. Tra i premi ricevuti dall’autore, il “Crystal Award 1999”, conferitogli dal World Economic Forum, il prestigioso titolo di Chevalier de l’Ordre National de la Légion d’Honneur, attribuitogli dal governo francese, e la Medalla de Oro de Galicia. Dall’ottobre del 2002 è membro della Academia Brasileira de Letras. Nel settembre 2007 è stato nominato Messaggero di Pace delle Nazioni Unite. Tra i suoi numerosi libri Paulo Coelho ha pubblicato L’Alchimista (1995), Sulla sponda del...

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