Pianista, compositore, agitatore culturale, insegnante, bandleader, arrangiatore, membro di decine di situazioni, Keith Tippett (Bristol, 25 agosto 1947) è una delle voci più importanti del pianoforte contemporaneo. Declinando verbi sincretici tra jazz e classica, danzando la difficile arte dell’improvvisazione sotto pleniluni imprevedibili Keith è conosciuto per aver versato cascate di note liquide nei mitici King Crimson dal 1970 al 1971, in album memorabili come “In The Wake Of Poseidon”, “Lizard” e “Islands”, nei quali Sinfield e Fripp seppero cristallizzare il meglio del meglio del jazz inglese a scrutare mappe siderali. Suo il pianoforte cubista irriverente del singolo del 1970 “Cat Food” intento a rubare il ruolo di protagonista alla voce tuonante di Greg Lake. Poi le big band mingusiane come i mitici Centipede, le instancabili collaborazioni in piccoli combo coi soliti del jazz irriverente e anarchico nella perfida Albione: da Radu Malfatti a Louis Moholo, da Howard Riley a Stan Tracey, da Elton Dean a Nick Evans, fino alle mistiche collaborazioni, meglio, fusioni spirituali con la moglie Julie Driscoll, cantante di singolare talento. Oggi Keith Tippett, personaggio schivo e gentile, capitana uno straordinario, pionieristico ottetto alla perenne ricerca di suoni nuovi, in un universo dove il tempo, anzi i tempi Aion e Kronos assumono nuove forme, oppure si alterna in ammalianti performances con la moglie Julie, “Couple In Spirit”. Ma sono i suoi caleidoscopici, mistici concerti per pianoforte solo dove, probabilmente, Keith riesce a dare il meglio di sè. Una tavolozza di colori incredibile, sassi, legnetti, carillon che risuonano nel piano, diventando uno strumento nuovo, che sa attingere da memorie sepolte e condivise.
Leggi di più
Leggi di meno