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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2015
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Tra le tante pubblicazioni sul multiculturalismo questa presenta una singolare peculiarità. Reduce da uno studio storico sul concetto di tolleranza, l'autrice rivela le insidie presenti nel dibattito sul multiculturalismo, il quale talvolta, in alcune sue varianti, pare giunga a sostenere la necessità degli occidentali di elargire agli immigrati e alle minoranze, perché questo è il punto in questione, un minimo spazio per la libertà e l'autodeterminazione. Molto efficace, dunque, la distinzione tra le varie posizioni che si confrontano nel dibattito, sfumature che vengono analizzate dettagliatamente e corredate di un preziosissimo apparato bibliografico, e condivisibili le critiche alla piega che l'autodeterminazione delle minoranze potrebbe prendere qualora dovesse condurre ad una forma giustapposta e poco pacifica di «monoculturalismo plurale», per dirla con Amartya Sen. Estremamente interessante e pertinente risulta, inoltre, il riferimento, sebbene molto conciso, alla negazione di qualsiasi tipo d'identità culturale, punto focale degli studi sull'ibridismo, meticciato e creolismo. Ciò che lascia decisamente perplessi è il finale scoppiettante e poco coerente in cui l'autrice tenta d'innestare surrettiziamente sull'ibridismo il pensiero femminile, cercando di ritagliarsi un riferimento ad una identità di genere proprio mentre si ritiene di dover render fluide tutte le identità. Tanto più che si procede a contrapporre il pensiero maschile, bollandolo come un pensiero di guerra e di violenza, a fronte di un pensiero femminile del dialogo e della relazione. Resta da chiedersi: con quali precomprensioni e con quali premesse comincia a dialogare il pensiero femminile?
Non mi sento in grado di fare una recensione del libro... non ho ancora terminato la lettura del saggio (mi manca il 4° cap.) e devo anche iniziare lo studio del volume per un corso universitario. Posso dire che il tema è molto interessante e soprattutto attuale. E' la prima volta che mi avvicino al multiculturalismo dal punto di vista filosofico-politico, mentre lo frequento spesso con la lettura di testi e articoli pedagogico-sociologici. Devo dire (e non sono una matricola!) che il testo è veramente molto denso, fitto e a volte anche un po' stancante. Avere le note a fine libro è veramente fastidioso perchè ogni volta devi girare mille pagine per capire chi ha detto la tal cosa e questo può non aiutarti a tenere il filo dei "mille" approcci, criteri d'anilisi dell'oggetto di studio. Sicuramente (?) può essere un libro di semplice lettura per coloro che sono studiosi di scienza politica... A questo punto del mio percorso universitario (2° anno specialistica Scienze della Formazione - Univ. Cattolica Milano) posso dire con serietà che questo studio "mi sta facendo bene" perchè rappresenta un'occasione per analizzare un tema come quello del multiculturalismo da un altro approccio, con nuovi autori che mi "pongono" nuove domande aprendomi sentieri altri di studio e di riflessione anche formativa. Penso, anzi sono certo che quella fatica nella lettura, nonostante sia animata da quella passione per il multiculturalismo e l'educazione interculturale che da sempre mi appartengono, non sarà vana, ma indispensabile per riflettere su concetti come quello di tolleraza, cittadinanza, cultura/e, rispetto che meritano l'attenzione di tutti gli studenti e di tutte le persone. Prashanth Cattaneo
Il libro, per me, e' illeggibile. Se l'obiettivo dell'autrice e' quello di non far capire i concetti che espone, e' riuscita perfettamente. Usa un italiano contorto, avrebbe dovuto seguire un corso di leggibilita' prima di scrivere un libro. Non riesco a capire la casa editrice che lo ha pubblicato. Largomento mi interessava, ma il libro non mi ha certo aiutato. Ugo
Recensioni
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