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Nata con i piedi nel sangue
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Rannicchiata nel grembo materno, giorno dopo giorno, una figlia osserva il mondo come da un periscopio. Scruta all'orizzonte le persone, le cose, gli affetti che di lì a poco faranno parte della sua vita; capta gioie, trepidazioni, tristezze che la attraversano; perlustra gesti e abitudini quotidiane all'apparenza insignificanti. Claudia e Francesco non sanno ancora che è una bambina, sanno solo che hanno desiderato un figlio con tutto il cuore, che hanno fatto di tutto per averlo e che adesso l'hanno concepito. Ma l'evento tanto atteso porta con sé emozioni e turbamenti inaspettati. Claudia è sommersa da un mare di ricordi, non tutti felici, come la morte del padre e la tragica scomparsa di Alice, la sua migliore amica. Francesco deve fare i conti con il senso di inadeguatezza e le responsabilità che lo aspettano, mentre parenti e amici bussano alla porta in una coralità affettuosa ma a volte un po' invadente. Lo sguardo della piccola esplora e annota tutto in un diario di bordo fluido, intenso, ricco di dettagli di vita vissuta, fino al doloroso epilogo a cui allude il titolo del libro. Alla sua seconda prova narrativa, la giovanissima autrice coglie con una scrittura rapida e incisiva il susseguirsi di avvenimenti piccoli e grandi, riuscendo a prendere alla gola il lettore e a farlo commuovere, sorridere, immedesimare.
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In commercio dal:
13 giugno 2007
Pagine:
128 p., Brossura
EAN:
9788860430366
4,8/5
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erika
16 aprile 2009
mi è piaciuto questo modo singolare di vedere le varie vicende dall'interno della madre. Lettura scorrevole ma non per questo non impegnativa. Appassiona ed incuriosice....da leggere tutto in un fiato!!
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Alessandra
08 marzo 2009
8 marzo 2009 "Le cose che vorrei le conserverai in cielo, io invece le conserverò in terra. Quando ne avrai bisogno, alzerai gli occhi mentre io li abbasserò e rimarremo così a guardarci, ricordando chi siamo, ma sopratutto da dove veniamo: io da te e tu da me."
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Alessandra
08 marzo 2009
Ho letto il libro di Elisabetta Bilei quest'oggi, 8 merzo, festa della donna. Si, perchè questo bellissimo libro è dedicato a tutte le donne. E' un inno alla vita. Un grido lacerante di speranza. Un incitamento alla gioia di vivere. L'Io narrante è una bambina che vive nel grembo materno e, guardando il mondo "dalla finestra" trova quella intensità e quell'amore per tutto ciò che la circonda. Un dialogo che si svolge in primis con la propria madre, facendo trapelare la sua incredulità ad essere la genitrice di un figlio per i tanti e troppi tentativi falliti nel passato, e vivendo la sua gioia incolmabile apprendendo di esserlo già da tempo. Fanno da cornice a questa storia Francesco, il compagno-padre apprensivo, il ragazzo che viene colto dalle incertezze e dalle paure di non riuscire nell'intento di essere un buon padre. Si susseguono poi personaggi della quotidianità famigliare, tra cui l'amica del cuore, morta di anoressia in un momento in cui tutto poteva sembrare assurdo, anche la malattia stessa, ma mai fino al punto di arrivare nel veder morire una vita umana.In questo libro c'è l'intensità e l'emozione di aprire un fantastico regalo, un dono che sà trasmettere, pagina dopo pagina, forti emozioni. Il dono prezioso della vita. Il dolore devastante per la sua perdita. Un libro fatto di un'intensità che diventa struggente per il tragico epilogo finale. Ma, a discapito del titolo che può essere inquietante, si rimane storditi da quanto desiderio di vita c'è in questo libro. La Bilei ha saputo trasmettere un messaggio di profondo amore per la vita, facendo si che in questo caso, la morte, non sia un distacco dalla vita terrena, ma una continuazione dell'essere vita dentro la vita stessa di chi si apprestava a generare, rimanendo aggrappate l'una all'altra a quel filo che mai potrà spezzarsi, perchè gli addii sono necessari per potersi ritrovare.
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