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In 16 (cm 10 x 15,5), pp. (30) + 119 + (1 bianca). Piccola gora al margine inferiore centrale delle pagine. Legatura coeva in piena pelle con mancanza risarcita al dorso, abrasioni agli angoli. Seconda edizione con tutta probabilita' dello stesso anno della prima (la data si ricava dalla licenza di stampadel Riformatori dello Studio di Padova alla pagina 27 delle 30 iniziali non numerate) di quest'opera di carattere morale sui doveri del marito cristiano nei confronti della moglie. "L'opuscolo ebbe uno strepitoso successo: piu' volte ristampato in Italia, fu tradotto in francese e in spagnolo. Alle radici di tale successo stavano probabilmente - oltre che la brevita' � la chiarezza e la puntualita' dell'esposizione (pur nella persistenza di non poche lambiccature barocche), e lasapienza con cui l'affermazione dell'autorita' maritale veniva combinata alla proposta di un uso moderato di essa. Ne' troppo rigido ne' troppo indulgente, l'opuscolodi Bellati era fatto per incontrare il favore di un vasto pubblico. Per di piu', non mancavano i riferimenti alla realta' del tempo, che gli conferivano un carattere di attualita' e di concretezza.Bellati esordiva cercando di definire quale fosse il tipo di autorita' che il marito aveva sulla moglie" (Luciano Guerci, "La sposa obbediente. Donna e matrimonio nella discussione dell'Italia del Settecento", 1988, p. 26). Bellati sottolineava come i tempi fossero cambiati e come le donne avessero acquisito una certa liberta' rispetto a prima. Scriveva infatti non senza un certo stupore e rimpianto per il passato: "Come mai si e' potuto far un si' gran viaggio in si' poco tempo? Come mai sopra tutto si e' potuto giungere a tale, che se si parli ad alcune donne di ritiratezza, di custodia della casa, de' figliuoli, ne faccian tosto le meraviglie e trattino quel che si dice di stravaganza e di novita'?". Sottolineava come "la liberta' nelle donne d'ogni grado e condizione e' quale non fu giammai... le donne hanno presa quella franchezz
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