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Che valore ha ragionare in termini burocratici di cittadinanza politica quando si sgretola l'educazione al valore della cittadinanza? Come si può pretendere di mantenere o migliorare democrazie adulte se ai bambini che vengono da lontano e vi si appellano per sopravvivere si offre l'incertezza del diritto, del rispetto e della giustizia, che sono l'alfabeto dell'apprendistato democratico? Il libro di Jacqueline Bhabha è inchiesta e denuncia di un'emergenza fondamentale che le democrazie del mondo si trovano a fronteggiare troppo spesso con strumenti inadeguati. La vera sfida difficile ed impegnativa per i politici, gli amministratori, gli inquirenti e i giudici, sta nell'andare oltre la semplicistica presunzione che le categorie analitiche utilizzare per suddividere i migranti (legale/illegale, onesto/disonesto, meritevole/immeritevole, adulto/minore) esistano come differenze reali nel mondo. Dobbiamo invece accerrare la consapevolezza che operare classificazioni è difficile, che errori e dubbi sono sempre possibili e che, per coloro che sono considerati vulnerabili e che meritano una protezione maggiore, il beneficio del dubbio è una protezione essenziale. Una politica generosa e comprensiva che dia la priorità alla protezione invece che alla punizione, all'inclusione invece che all'esclusione, è il piccolo prezzo da pagare per evitare errori fatali. Jacqueline Bhabha, è Direttrice del Comitato Studi per i Diritti Umani dell'Università di Harvard. Insegna Diritto nella Harvard Law School e Politiche Pubbliche alla Kennedy School of Government. Avvocato dei Diritti Umani, ha sostenuto battaglie importanti sul fronte dei diritti dei Rifugiati: dapprima a Londra, poi presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo a Strasburgo, e dal 1997 al 2001 ha diretto il Programma per i Diritti Umani dell'Università di Chicago.
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