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Oh, lucky Malcolm!
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2006
1 ottobre 2006
9788874241606

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5

Sulla copertina di questo libro-intervista a Malcolm McDowell campeggia, inquietante, l’immagine di Alex de Large, il Drugo. Non poteva essere altrimenti, visto che il personaggio di Arancia Meccanica, con la sua carica devastante e malata, è quello che più è rimasto impresso nella memoria collettiva, tra i tanti interpretati dall’attore inglese. Al punto da creare intorno alla figura di McDowell un’aura da “maledetto”, naturalmente incline al ruolo di cattivo. Eppure quest’idea non riflette a pieno la realtà umana dell’attore, come si evince dalla lunga intervista e come ribadisce nella sua appassionata introduzione David Grieco, il critico-regista che ha diretto McDowell in Evilenko (2004), nei panni di un altro personaggio abnorme e mostruoso. “Malcolm McDowell è radicalmente diverso da tutte le altre star del cinema che sono diventate icone….La sua ironia lo ha tenuto sempre con i piedi per terra e incollato alla vita. Malcolm detesta prendersi troppo sul serio e detesta chi si prende troppo sul serio. Ho visto registi famosi sgonfiarsi come palloncini e produttori potenti rimanere inebetiti…Un’icona in genere non si comporta così. Un’icona può prendere a cazzotti un regista o un produttore. Ma si guarderebbe bene dal prenderli per i fondelli”. E ironia, irriverenza, spirito e acume sono proprio i tratti distintivi che emergono dalle conversazioni tra l’attore e Spagnoli, registrate tra il giugno 2005 e il marzo 2006.Spagnoli non ha l’atteggiamento del critico. Le sue domande semplici e dirette lasciano trapelare l’ottica curiosa dell’appassionato e del giornalista, ma, nella loro immediatezza, riescono a mettere McDowell in una situazione di agio tale da consentirgli aperture sincere. Strutturata come un viaggio nel tempo e nello spazio (con i vari capitoli Sud, Nord, Ovest, Est) e accompagnata da una postfazione e una filmografia completa, l’intervista ripercorre l’intera carriera dell’attore, a partire dai primi ricordi d’infanzia e giovinezza.

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Susanna Buffa - Raro!
Recensioni: 5/5

Raramente capita di leggere un libro-intervista tutto d'un fiato così come mi è capitato con Oh, lucky Malcolm! E' strepitoso.

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Recensioni: 5/5

Raramente i personaggi dello spettacolo, se intervistati sulla propria vita e carriera, si lasciano andare senza alcuna reticenza, a meno che non siano dei grandi. Sergio Leone, per esempio, era uno di questi. Ora possiamo annoverare anche Malcolm McDowell, caso più unico che raro di attore che non è mai divenuto una star, ma direttamente un’icona. Anzi, più d’una. Perché se è per tutti, e sempre sarà, il famigerato Alex di Arancia Meccanica, Malcolm è anche l’icona del free cinema (If..., O lucky man) ed è l’icona del cattivo (è lui il laido imperatore “Caligola”, è lui che uccide il capitano Kirk di Star Trek, è lui il “Gangster n.1” che omaggia il suo idolo James Cagney, è lui il mostruoso “Evilenko” che mangia i bambini). Ora, grazie al libro curato da Marco Spagnoli ed edito da Aliberti, che si intitola semplicemente col suo nome (sottotitolo: O lucky Malcolm!), svela tutto di sé rivelandosi una persona sensibile e spiritosa. Un umorismo che gli viene tutto dalla natia Liverpool, una città particolarissima, che non per niente ha visto nascere anche i Beatles (di cui il fortunato Malcolm ha assistito i primi passi). Ed è da Liverpool e dalla nascita della sua passione per la recitazione che parte la lunga intervista-confessione che generosamente concede al fortunato giornalista. Seguiamo poi la sua crescita di uomo e artista (“artigiano” direbbe lui: “i veri artisti sono i registi e gli sceneggiatori”) attraverso i vari momenti topici della sua esistenza: Ci sono poi i ritratti affettuosi dei suoi colleghi, che quasi venera (John Gielgud, Hellen Mirren, David Warner, Laurence Olivier, Peter O’Toole), gli incontri con le varie celebrità, gli aneddoti curiosi o divertenti, l’amore sconfinato per la famiglia (nuova moglie, sorella defunta, figli e nipote) e gli amici (Robert Altman e David Grieco su tutti, oltre naturalmente Anderson), le considerazioni sull’arte e la vita, il bilancio di una carriera che magari lo ha visto anche protagonista di “schifezze” ma che è sempre aperta al nuovo.

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Malcolm McDowell

1943, Leeds, Yorkshire

Nome d'arte di M. John Taylor, attore inglese. Comincia a teatro recitando Shakespeare, ma il suo esordio cinematografico lo vede calato nella Londra cruda di K. Loach nel cast di Poor Cow (1967). Il ruolo successivo gli impone una interpretazione ancora più «forte», questa volta da coprotagonista, in Caccia sadica (1970) di J. Losey, nei panni di un maniaco evaso che insieme a un compagno viene implacabilmente braccato dai suoi carcerieri. È a questo punto che S. Kubrick trova in lui Alex, il mostro acculturato e teppista la cui violenza verrà asservita al potere in Arancia meccanica (1971). La forza del celebre film, con la sua alchimia di brutalità, musiche di Beethoven e atmosfere stranianti, conferisce all'attore, perfettamente in parte, una sorta di aura, se non proprio da «maledetto»,...

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