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Può la tecnica offrire il rimedio contro i danni che essa produce? O è proprio questa l’estrema illusione che ci abbaglia? Si possono porre dei limiti alla violenza? Ma chi ha il potere di imporre che un limite non sia oltrepassato? Qual è il nesso fra essere e linguaggio? È vero, come vuole molta della filosofia moderna, che «l’essere che può venire compreso è il linguaggio»? Temi insidiosi, ardui: in questo libro sono l’occasione per un’indagine che, partendo dalla più recente fra le opere maggiori di Severino, Destino della necessità, e richiamandosi ai fondamenti del suo pensiero, esposti nella Struttura originaria, si inoltra in nuovi territori. Come sempre in Severino, l’estrema chiarezza e il vigore delle argomentazioni fanno sì che questi saggi siano preziosi per risolvere questioni di alta precisione speculativa, ma sappiano anche svelare, a un pubblico più vasto, l’urgenza dei problemi trattati.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Raccolta di saggi in precedenza gia' pubblicati (con l'eccezione dei capitoli 2 e 3 della Parte Terza, inediti) tra il 1988 e il 1991. Pur non essendo uno dei libri 'sistematici' dell'autore e' un libro di grande importanza nella sua produzione. La Parte Terza (in particolar modo i capitoli 2 e 3) e' dedicata all'approfondimanto di uno dei maggiori problemi che possano essere riscontrati all'interno del 'sistema' speculativo severiniano: il rapporto e la differenza tra destino e 'testimonianza' del destino (come la chiama Severino), o anche: tra verita' e l'espressione della verita'. Viene, dunque, maggiormente analizzato il problema del linguaggio, su cui Severino si era gia' soffermato nei capitoli XIV-XV di "Destino della necessita'". Nella Prima Parte Severino si sofferma su alcuni tratti fondamentali della sua lettura della civilta' occidentale e della 'rigorizzazione' che a suo modo di vedere agirebbe dall'interno in tale civilta' (vale a dire l'abbandono dell'episteme e il conseguente 'trionfo' della Tecnica). Grande importanza deve essere attribuita ai capitoli 1 e 2 della Parte Seconda, in cui Severino fornisce la propria interpretazione dell'attualismo di Giovanni Gentile (gia' per altro indicata in un capitolo de "Gli abitatori del tempo") rapportandolo da un lato a Nietzsche e dall'altro a Ugo Spirito. E' questo un testo che (pur risultando assai complicato nella Parte Terza se non affiancato alla lettura di "La struttura originaria" - "Essenza del nichilismo" - "Destino della necessita'") puo' essere consigliato a chi voglia iniziare ad entrare 'nel' sistema filosofico del pensatore bresciano.
Recensioni
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Può la tecnica offrire il rimedio contro i danni che essa produce? O è proprio questa l'estrema illusione che ci abbaglia? Si possono porre dei limiti alla violenza? Ma chi ha il potere di imporre che un limite non sia oltrepassato? Qual è il nesso fra essere e linguaggio? è vero, come vuole molta della filosofia moderna, che «l'essere che può venire compreso è il linguaggio»? Temi insidiosi, ardui: in questo libro sono l'occasione per un'indagine che, partendo dalla più recente fra le opere maggiori di Severino, Destino della necessità, e richiamandosi ai fondamenti del suo pensiero, esposti nella Struttura originaria, si inoltra in nuovi territori. Come sempre in Severino, l'estrema chiarezza e il vigore delle argomentazioni fanno sì che questi saggi siano preziosi per risolvere questioni di alta precisione speculativa, ma sappiano anche svelare, a un pubblico più vasto, l'urgenza dei problemi trattati.
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