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Il padre d'inverno - Andre Dubus - copertina
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Il padre d'inverno - Andre Dubus - copertina
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Descrizione


Sotto la scorza di un'America dura, nitida e fredda, brucia il fuoco di queste storie di piccoli uomini e grandi paure. Storyteller attuale e vigoroso, Dubus sa svelare la vita nascosta delle persone di tutti i giorni e il loro cercare, malamente ma ininterrottamente, la luce. Matrimoni e divorzi, odio e amore, coppie che non parlano più e genitori che cercano disperatamente di riprendere a farlo con i propri figli: nella sterminata provincia americana prendono vita personaggi potenti e profondamente turbati da desideri e affetti, peccati e inesorabili vendette.
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Dettagli

2012
6 giugno 2012
184 p., Brossura
9788862612562

Valutazioni e recensioni

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È un fatto che Dubus ci faccia sentire le sue radici profondamente americane e, in quanto tali, influenzate anche da altre provenienze come, nel suo caso, dalla genuinità irlandese. Nonostante ciò, non tenta di spiegarci l’America; dai suoi personaggi non avremo mai la certezza che votino per i democratici o per i repubblicani, perché il suo interesse si concentra sull’uomo e sulla sua relazione con le sconfitte, gli errori e i colpi bassi assestati dalla vita. Ogni racconto è un lucido faccia a faccia con un dolore, una mancanza, un’incapacità. Ogni suo personaggio è raccontato in modo autentico, osservato dall’interno della propria ferita; ciascuno considerato per le sue responsabilità e le sue attenuanti e senza che mai la penna di Dubus ceda al giudizio, perchè nessuno per lui è soltanto vittima o solo carnefice. Piuttosto, Dubus, ci racconta la difficoltà di convivere con un danno, di trovare un nuovo assetto e non lasciarsi inghiottire dalla propria ferita, di non essere assimilato al proprio danno. Parla di uomini e donne che cercano un riscatto. Non una legittimazione, ma la possibilità di essere visti nella loro complessità. Si sente l’America della provincia e dei sobborghi, ma soprattutto si sente la capacità dell’autore di accogliere i propri personaggi; si sente la compassione per le loro fragilità; si sente che in quel sostenerli e passargli in ghiaccio dopo le loro “scazzottate” con la vita, c’è Dubus stesso, la sua ricerca di catarsi.

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Pample80
Recensioni: 4/5

Un libro che è una gemma, sfaccettata in pochi, ma magnifici racconti. Una scrittura sicura, di una bellezza a tratti sfacciata, che riesce a sondare con poche parole l'anima dei personaggi e a costruire piccoli mondi (tragici, sporchi magari, dolorosi sempre, ma colmi di una grazia senza nome). Un grazie sentito all'editore che ha portato ai lettori italiani un autore misconosciuto (da non confondere con il figlio, autore de "La casa di sabbia e nebbia"), ma veramente importante.

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Chiara R.
Recensioni: 3/5

Andre Dubus, possiede una scrittura limpida, onesta, brutale. Un scrittura capace di esplorare l’animo e i sentimenti umani al pari di poche altre penne ed ecco che, all’improvviso, le vite comuni di una qualsiasi provincia americana, di una qualsiasi epoca storica, diventano piene di sfaccettature e di sfumature impossibili da trascrivere.

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Voce della critica

Nel 2009, la casa editrice Mattioli 1885 ha riunito tre racconti lunghi di Andre Dubus, autore americano sconosciuto in Italia, sotto il titolo Noi non abitiamo più qui. Poi, nel 2011, ha proseguito nella pubblicazione delle sue opere con una novella, Voci dalla luna, e nel maggio di quest'anno ha mandato in libreria un'altra raccolta di racconti, Il padre d'inverno. È stata un'operazione editoriale intelligente e coraggiosa: intelligente, perché ha aggirato la diffidenza dei lettori italiani verso i racconti offrendo loro, come assaggio, un trittico che assomigliava molto a un romanzo; e coraggiosa perché ha avuto l'audacia di riabilitare, anche in Italia, uno scrittore di short story molto bravo ma poco glamour, che si inserisce di diritto nella linea genealogica che parte idealmente da Cheever e si dirama fino a Ford e D'Ambrosio, e che tuttavia nel corso degli anni è scomparso dagli scaffali anche negli Stati Uniti. Andre Dubus è morto nel 1999 all'età di sessantadue anni. Gli ultimi tredici anni della sua vita li ha passati su una sedia a rotelle, a causa di un incidente (era stato investito mentre prestava soccorso a due motociclisti). L'edizione originale del Padre d'inverno risale al 1980, e leggere questi racconti oggi, a più di trent'anni di distanza, nella traduzione pulita di Nicola Manuppelli, significa ritornare a una scrittura fatta di elementi semplici, essenziali, priva di effetti speciali o invenzioni mirabolanti. La voce di Dubus è calda, appassionata, sicura, ma discreta. Il suo sguardo è paziente, capace di soffermarsi su dettagli apparentemente insignificanti – la cicatrice sul viso di una bambina, le onde scure del mare al mattino presto – e dilatarli fino a contenere intere scene, ricordi o rivelazioni. Quasi tutte queste storie affondano le radici nel New England, e l'ampiezza dello spettro di emozioni contenute nella raccolta è dato dai due tasselli che sono posti all'inizio e alla fine del libro. Il primo racconto, Uccisioni, ci presenta un padre che medita vendetta, dopo che il figlio, poco più che ventenne, è stato ammazzato vigliaccamente dall'ex marito della donna con cui usciva. (Nel 2001, il regista Todd Field ne ha tratto un film molto riuscito, con Tom Wilkinson e Sissy Spacek, intitolato In the bedroom). L'ultimo racconto, che dà il titolo alla raccolta, segue invece da vicino lo struggimento di un altro padre, divorziato di recente, che teme di perdere l'affetto dei due figli. Ecco, la bellezza di queste pagine scaturisce non solo dalla prosa evocativa di Dubus, ma anche dall'umanità con cui l'autore osserva la gente comune, la vita ordinaria della provincia, i drammi che si consumano fra le mura di casa. Aspettiamo fiduciosi, dunque, gli altri racconti di Dubus. E magari, perché no?, anche il suo unico romanzo, The Lieutenant, uscito nel 1967. Oppure le sue riflessioni a sfondo autobiografico, affidate a un volume dal titolo bellissimo: Meditations from a Movable Chair. Martino Gozzi

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Conosci l'autore

Andre Dubus

1936, Lake Charles (Louisiana)

Andre Dubus (1936-1999) è uno dei più raffinati narratori americani del Ventesimo secolo. Amico e allievo di Richard Yates e Kurt Vonnegut, celebrato da Stephen King, John Irving, Elmore Leonard, John Updike, Dubus è stato anche saggista, biografo e sceneggiatore, aggiudicandosi svariati premi letterari. Da Non abitiamo più qui, edito da Mattioli 1885 nel 2009, è stato tratto il fortunato film di John Curran I giochi dei grandi, con Mark Ruffalo, Naomi Watts, Peter Krause e Laura Dern, vincitore del Sundance film Festival. Voci dalla luna è uscito nel 2011. Nel 2012 è uscito Il padre d'inverno. Da Killings, primo racconto di quella raccolta, Todd Field ha tratto il pluripremiato film In the Bedroom. Ballando a notte fonda è l'ultima...

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