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Anno edizione: 2022
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C'è chi parla male, chi straparla, chi non ne vuole proprio sentir parlare. Ma chi parla bene, pensa e vive bene. Da agender a transizione, un dizionario aperto per parlare (bene) il linguaggio delle identità.
Le parole sono importanti, vanno scelte con cura. E questo è tanto più vero quando parliamo delle identità che ci abitano, un discorso che si impone con urgenza in una società che ambisce ad abbracciare la complessità e però manca di una base condivisa per capirla e per descriverla: le parole, appunto. Ma come si può comprendere la conversazione se non si possiedono le parole? Come si può intervenire in modo responsabile nel dibattito se non si hanno gli strumenti primi per decifrarlo? Ecco allora un piccolo dizionario che raccoglie e prova a spiegare le parole – da binarismo di genere a gender mainstreaming, da identità a transizione, solo per dirne alcune – che ci servono per parlare bene di sesso, orientamento sessuale, orientamento romantico, identità, espressione e ruoli di genere. Parlando bene potremo pensare meglio noi stessi e gli altri, perché tutto ciò che siamo passa attraverso le parole che usiamo.
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Viene voglia di piangere. Ne ho letta una metà per tenermi aggiornato su queste "avanguardie" del discorso femminista contemporaneo: buonismo assai confuso in salsa di definizioni ancor più confuse. Se volete approfondire un po' questi temi date piuttosto un'occhiata al libro curato dal quotidiano online Ilpost: "Le cose spiegate bene: questioni di un certo genere"; al netto di considerazioni filosofiche più ampie.
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