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Venerdì 1° agosto 1997, a Venezia, viene solennemente sottoscritto "l'Accordo quadro tra la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dei lavori pubblici, il Ministero dei trasporti e della navigazione, la Regione Veneto per la soluzione dei principali problemi stradali e ferroviari di interesse nazionale nella Regione Veneto".I sei protocolli che costituiscono l'oggetto dell'accordo sciolgono nodi di grande rilievo nel sistema infrastrutturale dell'intero Nordest e mettono un punto fermo alla contrapposizione ideologica, pratica e politica tra "ferro" e "gomma" che ha trasformato in una babele o in un dialogo tra sordi il confronto sulle infrastrutture.Risolvono i principali problemi di tutte le aree della Regione e perciò tolgono spazio alle dispute localistiche che hanno spesso impedito di passare dalla progettazione degli interventi alla realizzazione delle opere. Configurano un insieme di priorità ambizioso ma perfettamente realizzabile.Nell'immaginario collettivo "la svolta" è costituita dalla decisione di realizzare il passante autostradale Mira - Quarto d'Altino, del quale si era cominciato a discutere nel lontano 1958. Le code permanenti che occludono la tangenziale, ormai per tutti "valico" di Mestre, sono diventate un delicatissimo problema politico. Tutto fatto? Come si sa le cose sono state meno semplici di quanto previsto quel giorno.Perché questo "valico" è diventato il simbolo della crisi del sistema politico-istituzionale? Perché la soluzione finalmente individuata è stata realizzata in soli quattro anni? Un banco di prova del rapporto tra le forze politiche e la società dell'intero Nordest visto da vicino da un testimone privilegiato.
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