Pearl Harbor. Un'aggressione a tradimento. Un capolavoro dell'arte militare

Opera completa ed approfondita, anche se forse concede troppo spazio alle continue schermaglie diplomatiche, talvolta a detrimento delle considerazioni politico-strategiche di fondo. L'autore persevera però per tutto il volume in un fraintendimento: critica spesso la superficialità di Roosevelt, tacciato di non aver pienamente compreso la complessa realtà nipponica e di aver pertanto assunto posizioni rigide nelle trattative, col risultato di spingere il Giappone alla guerra. Senonchè era probabilmente proprio questo che Roosevelt voleva: mettere il Giappone nell'angolo per costringerlo ad attaccare a testa bassa. Il presidente americano si era gradatamente convinto della necessità per gli USA di entrare in guerra, ma sapeva contrari gran parte del Congresso e del popolo americano. L'unica soluzione rimaneva quindi farsi attaccare, onde ricompattare sulla via della guerra l'intera nazione. Certo, questo indirizzo strategico portò a Pearl Harbor, ma la responsabilità della catastrofe va addebitata non a Roosevelt bensì agli alti comandi militari, che sia a Washington che nel Pacifico si fecero cogliere tanto completamente quanto ingiustificatamente di sorpresa.

Libro fondamentale per comprendere le cause della guerra, i dettagli diplomatici, la situazione internazionale ed il complesso concatenarsi degli avvenimenti. Lettura impegnativa con un imponente apparato di note bibliografiche. Ultima parte dedicata alla descrizione dell'attacco che non si dilunga in particolari. Da leggere in connessione con le opere di G.Prange e W.Lord

Più che un libro sull' attacco vero e proprio cui è dedicato solo un capitolo, questo libro narra le cause che portarono al 7 dicembre. se cercate un testo che racconti gli episodi di quel giorno dal punto di vista dei protagonisti, leggete l'opera di Walter Lord edita da garzanti