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Pensieri dal carcere - Pierre Clémenti - copertina
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Pensieri dal carcere - Pierre Clémenti - copertina
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Dettagli

2007
1 gennaio 2007
156 p., Brossura
9788887847123

Valutazioni e recensioni

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Internazionale
Recensioni: 4/5

Nel 1971 l'attore francese Pierre Clémenti – che a 29 anni aveva già lavorato con registi come Buñuel, Pasolini e Bertolucci – è arrestato a Roma per detenzione di hashish. Dopo un anno e mezzo di carcere, prima a Regina Coeli e poi a Rebibbia, è rilasciato per insufficienza di prove. "L'individuo che esce di prigione è minuziosamente fabbricato per farvi ritorno", osserva. E infatti tornerà anche lui dietro le sbarre, ma con la memoria. "Pensieri dal carcere" è un testo ibrido, un resoconto durissimo di quei diciotto mesi intrecciato a riflessioni sul sistema repressivo e a ricordi del periodo precedente. Pubblicato nel 1973, il "j'accuse" di Clémenti è stato finalmente riedito sia in Francia sia in Italia.

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Franco Capacchione
Recensioni: 5/5

Nel 1971 Pierre Clémenti, icona perfetta del cinema mitico, firmato Roche, Pasolini, Garrel, Bertolucci, Buñuel, è arrestato a Roma per droga. Viene rilasciato per insufficienza di prove, ma riceve anche un folgio di via. Tornato in Francia scrive questo diario. Magnifici flashback svelano i suoi inizi in teatro a Parigi, ancora goffo nel porgersi allo sguardo dello spettatore. Poi, gli incontri italiani: Visconti che gli dà una piccola parte in 'Il Gattopardo' e quando lo vede per la prima volta gli dice: «Per un giubbotto nero, hai mani da principe...»; Buñuel, con un «volto favoloso, lavorato dalla vita, pesante e scavato»: per lui, Pierre è davanti alla macchina da presa in 'Bella di giorno' e 'La via lattea'. Infine, Fellini: lo vuole nel 'Satyricon', ma lui rifiuta: «Era come la Fiat, centinaia di attori, migliaia di operai, di figuranti, di artigiani all'opera per mesi, una città intera da costruire e da abitare...». Clémenti, che fu anche regista, è morto nel 1999. Lunga vita a questo libro che lo proietta al centro del nostro amore.

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Blaise Pascal
Recensioni: 5/5

Il mattino del 24 luglio 1971 Pierre Clémenti, star del cinema e icona della controcultura, è arrestato a Roma per detenzione di droga. Incarcerato, aspetterà otto mesi prima di essere giudicato. Condannato a due anni di reclusione, otterrà l’archiviazione in appello dopo diciotto mesi di detenzione. Pierre Clémenti ne uscirà segnato a vita. Pubblicato per la prima volta nel 1973 e apparso nuovamente nel 2005 presso le edizioni Gallimard, il libro di Clémenti ripercorre l’esperienza carceraria dell’attore e regista: l’arresto, l’arrivo nel carcere di Regina Coeli e poi in quello di Rebibbia, l’incontro con l’umanità repressa e dimenticata, la cruda realtà delle rivolte e delle rappresaglie, l’annullamento spirituale ancor prima che fisico, l’ipocrisia del ceto dirigente italiano, il processo fino all’assoluzione definitiva che suonerà paradossalmente come una condanna.

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La recensione di IBS

«La giustizia è lenta ed estenuante, e l'innocenza, se anche provata, soltanto ferita uscirà di prigione.» (Pierre Clémenti)
Pubblicato per la prima volta nel 1973 e apparso nuovamente nel 2005 presso le edizioni Gallimard, il libro di Pierre Clémenti ripercorre attraverso riflessioni e flash narrativi l'esperienza carceraria dell'attore e regista: l'arresto, l'arrivo nel carcere di Rebibbia e poi in quello di Regina Coeli, l'incontro con l'umanità repressa e dimenticata, la cruda realtà delle rivolte e delle rappresaglie, l'annullamento spirituale ancor prima che fisico, l'ipocrisia del ceto dirigente italiano, il processo fino all'assoluzione definitiva che suonerà paradossalmente come una condanna.

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Pierre Clémenti

1942, Parigi

Attore francese. Tempra di ribelle, trasgressivo e anticonformista, la figura alta e sottile, lo sguardo trapassante e il volto vagamente ieratico, è interprete tra i più emblematici del cinema francese e italiano a cavallo tra la Nouvelle vague e la stagione inaugurata dal ’68. Sempre pendolare tra Francia e Italia, viene arrestato a Roma per una questione di hashish, poi assolto e obbligato a lasciare il paese. La sua carriera inizia in sordina nei teatri «off» di Parigi e con qualche breve apparizione cinematografica. Nel 1963 viene chiamato da Visconti per interpretare una parte in Il Gattopardo, ma è nel 1967 che emerge prepotentemente con Bella di giorno di L. Buñuel, in cui interpreta il personaggio dell’amante sadico di C. Deneuve. Nel 1968 B. Bertolucci lo vuole in Partner nella parte...

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