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Per chi suona la campana - Ernest Hemingway - copertina
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Robert Jordan è un giovane intellettuale americano volontario nell'esercito antifranchista. Il suo incarico consiste nel far saltare un ponte d'acciaio librato in territorio nemico. Per questa missione entra in contatto con la 'banda di Pablo', un gruppo di partigiani di cui fanno parte due donne: Pilar, moglie di Pablo, e Maria, una ragazza che incarna tutte le virtù morali e naturali che un uomo come Robert può desiderare. L'azione dura solo tre giorni, ma l'evento si dilata con fatti paralleli: la storia d'amore fra Robert e Maria, le conversazioni, i monologhi interiori, i richiami al passato. Pur attanagliato da mille dubbi, Robert darà l'ordine di far saltare il ponte anche se il suo sacrificio non avrà in sé alcun esito positivo.
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Dettagli

2
1996
Tascabile
1 agosto 2001
501 p.
9788804487739

Valutazioni e recensioni

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KidChino
Recensioni: 5/5

In questo romanzo ci sono così tante tematiche che non saprei da dove partire. La storia di un amore tra un uomo ed una donna sullo sfondo di una guerra civile crudele come quella spagnola. La storia di una vita vissuta pienamente in solo quattro giorni. Un ponte da far esplodere come metafora di un potere da dover abbattere per ottenere la libertà. Un rapporto controverso con il padre suicida. E quel suicidio che alla fine del viaggio sembra quasi l'unica via d'uscita. E la guerra. La guerra che tutto si porta via. Ma che in fondo è l'unica cosa da fare. Una guerra di idee diverse. Ma di uomini uguali. Che siano (in questo caso) fascisti o partigiani la musica non cambia. Davanti alla morte e alla violenza tutti siamo uguali. La guerra trasforma tutto ciò che tocca in un qualcosa di freddo e di oscuro. Tutto si plasma dopo una guerra. Un urlo disperato contro la violenza ed ogni tipo di odio. Che però alla fine è forse qualcosa di inevitabile.

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Nicco85
Recensioni: 5/5

Sinceramente non saprei dire cosa desiderare di più da un romanzo. Stilisticamente accuratissimo e di una umanità, di uno spessore morale, di una passione vitale per le persone e per una comprensione fedele dei loro movimenti interiori assolutamente rari anche soltanto da trovare isolatamente. Me ne sono innamorato fin dalla prima frase, che già mi evocava un mondo e un ambiente che mi ha immediatamente sopraffatto, e quasi commosso quando ho riletto le prime pagine appena finito il libro. Forse in alcuni punti ci sono, è vero, delle lungaggini, ma mi sembra che ogni dialogo, interiore o meno, ogni descrizione , trasudi amore per l'umanità, e se si avverte questo anche tutte le parti a tutta prima inessenziali possono essere apprezzate (a questo aiuta anche soltanto la goduria di fronte a un tale piacere di scrivere, che si avverte forse in questo libro più che in altri di Hemingway). Non conosco altri romanzi che riescono a mettere insieme così tante categorie dell'umano e così alti valori senza cadere nel didascalico, nel pedagogico, ma soltanto mostrandoti tutto con la potenza di una narrazione (il vecchio e il mare sembra troppo mirato a questo per riuscirci). L'ho letto poco dopo aver letto prima Il filo del rasoio di Somerset, al quale lo associo, sia come potenza narrativa, sia come qualità stilistica (e anche per la nazionalità, in fondo) - e che straconsiglio -, e poi Il maestro e margherita di Bulgakov, del quale secondo me è superiore per molti aspetti. Ti affezioni a questi personaggi improbabili ma assolutamente vivi e realistici e ne esci molto arricchito.

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Laron
Recensioni: 5/5

Ho trovato questo libro molto interessante; la narrazione può risultare macchinosa e congelata in alcune parti, più scorrevole in altre.. trovo che ciò sia vero ma questo libro è anche una sorta di dialogo interiore dove i pensieri di Robert vengono a galla pian pian, per ricomporsi poi in un quadro di tenebrosa e sottile malinconia. Generalmente non amo i romanzi lenti mi questo ma ha stranamente catturato.

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Ernest Hemingway

1899, Oak Park

Il padre (medico) lo avvicinò alla caccia e alla pesca durante le vacanze in Michigan, tra laghi e foreste e seguendolo nelle visite agli ammalati delle riserve indiane, ebbe le prime violente impressioni del dolore e della morte. Studiò a Oak Park, ma rinunciò all’università per diventare cronista allo «Star» di Kansas City. Fondamentale, nell’aprile 1918, l’esperienza volontaria della guerra, come autista della sanità sul fronte italiano. Nel luglio viene ferito, e questo trauma, l’incontro diretto con la morte, segna la sua vita. Da allora, per esorcizzarla, cercherà spesso il confronto con la violenza e con il rischio. Dal 1921 al 1927 viaggia in Europa come corrispondente di vari giornali, soggiornando a lungo...

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