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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2021
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Prima uscita dell'Ispettore Ferraro nella sua Milano; buono il risultato complessivo del libro. I personaggi, ancorché ancora non del tutto strutturati, fanno intravedere buone possibilità di sviluppo nelle narrazioni successive. Trama un po' frammentata, specie nella prima metà, ma che poi riesce a decollare in pieno nella seconda metà del racconto. Dialoghi brillanti e spesso divertenti. Insomma, viene voglia di leggere il 2° episodio.
Il primo romanzo della serie dedicata all'ispettor Ferraro aiuta il lettore a fare le dovute presentazioni sia con il protagonista sia con la città di Milano e tutti i suoi abitanti. Per fornire una panoramica completa e spaziare attraverso ambienti svariati, Biondillo sceglie la formula ad episodi. Quattro racconti - ciascuno di essi corrispondente ad una delle stagioni - a cui fanno capo quattro misteri in diversi luoghi della città e dei suoi dintorni. In estate si assiste all'omicidio di un cane nei casermoni popolari di Quarto Oggiaro, mentre la città deserta boccheggia sotto l'afa. In autunno si cerca di scoprire chi ha ucciso un celebre imprenditore, si entra nella sua lussuosa villa del centro e si studiano con sospetto i volti dei ricchi, sempre controllati dal prode maggiordomo Ambrogio (proprio quello dei cioccolatini!). In autunno ci si deve occupare di una serie di rapine nei supermercati dell'hinterland, e Ferraro inizia a fare il pendolare sui trenini "a manovella" delle Ferrovie Nord. Infine, in primavera,mentre i pollini risvegliano le mai sopite allergie, si scopre il non prorio magnifico mondo delle palestre e dei fitness-club. Quattro realtà, dunque. Quattro diverse tipologie di persone e di stili di vita. Ma anche quattro differenti risposte al medesimo interrogativo: per cosa si uccide? Si può uccidere per rabbia, per vendetta, per soldi, per un amore negato, per un'infanzia rubata. Ma può il movente cancellare l'entità del gesto? Mi piace il punto di partenza che Biondillo decide di adottare (sebbene il medesimo verrà parzialmente abbandonato in "Con la morte nel cuore") tale per cui ciascun individuo possiede in sè una purezza innata, corrotta dai dolori e dalle esperienze della vita. L'autore si mostra a tutti gli effetti come un umanista: conosce la gente, la osserva e la studia. E nonostante tutte le brutture, non può fare a meno di amarla
Il libro e' splendido come gli altri della serie di Ferraro. Uno scrittore cosi mancava. Chi lo stronca non capisce nulla di ironia e di gialli speriamo scriva ancora qualcosa bravo gianni
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