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Anno edizione: 2016
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Nella spiegazione dei motivi del no al referendum costituzionale del 2016 si trovano le ragioni della necessaria applicazione dei principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale.
Ottimo
Un libro chiaro e meticoloso: indispensabile per orientarsi nel labirinto di una riforma molto spesso non chiara. Da non perdere.
Recensioni
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Marco Travaglio e Silvia Truzzi smontano a una a una le innumerevoli bugie che i riformatori spacciano da mesi a reti unificate e spiegano le ragioni del No in questo libretto di pronto intervento. Anzi, di pronto soccorso.
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»
Questo è il quesito al quale gli elettori italiani saranno chiamati a rispondere nell’autunno 2016. Ma la riforma proposta dal governo Renzi e dalla ministra Boschi, nella sua sostanza e nelle sue conseguenze, corrisponde davvero a questa breve descrizione? Secondo il direttore de «Il Fatto Quotidiano», da sempre all’opposizione di questo governo, assolutamente no.
In Perché no, Travaglio espone le sue obiezioni in modo schematico e preciso, articolandole nei diversi capitoli. Tutto questo sempre con un occhio alla Costituzione e al confronto con il precedente referendum costituzionale (quello del 2006), rispetto al quale le posizioni di alcuni politici sembrano essersi completamente ribaltate: simili le riforme, molti che allora erano assolutamente contrari oggi sono invece tra i maggiori sostenitori del ddl Boschi. Un confronto, come è stile di Travaglio, sempre con una punta di sarcasmo e molta irriverenza, che insieme ai dati e a tutte le informazioni raccolte sulla nuova legge vuole, quando non riesce a convincere delle ragioni del “No”, perlomeno mettere in guardia i lettori da un giudizio superficiale e troppo approssimativo.
Ecco quindi che, con l’aiuto della laureata in giurisprudenza e giornalista de «Il Fatto Quotidiano» Silvia Truzzi, Travaglio espone in questo breve e scorrevole libro (il testo effettivo conta circa 150 pagine) tutte le ragioni del “No”, articolando meglio le proprie argomentazioni e facendo riferimenti diretti ai dati e al testo della legge. In particolare, utilissima, anche per chi rimane invece per le ragioni del “Sì”, è l’appendice in cui si mette a confronto la vecchia Costituzione con quella riformata: i cambiamenti, presenti in 47 articoli su 139, saltano subito all’occhio. È un notevole servizio al lettore, che in questo modo non è costretto a procurarsi da solo i due testi e a fare da sé il confronto.
Perché no nasce infatti per dire che una riforma non è sempre meglio di nessuna riforma, soprattutto se questa si rivela peggiorativa e realizza solo in piccolissima parte i propri obiettivi: il Senato, che dovrebbe essere espressione degli interessi locali, di fatto non avrebbe peso in molte materie regionali; i senatori non sarebbero più eletti dall’insieme dei cittadini; il ritorno in termini economici e di governabilità sarebbe irrisorio; i consiglieri e sindaci che dovranno far parte del Senato acquisirebbero l’immunità parlamentare (e Travaglio dedica un intero capitolo, regione per regione, agli indagati che in questo modo si libererebbero dei loro guai giudiziari); e molto, molto altro ancora.
Un’opinione sempre forte e decisa, quella di Travaglio, ma che quantomeno ha il pregio di smuovere, di far riflettere: nelle parole del suo autore, non semplicemente un libro di «pronto intervento», ma addirittura di «pronto soccorso».
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