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Persone potenziali e libertà. Il fantasma dell'embrione, l'ombra dell'eugenica - Fabio Bacchini - copertina
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Descrizione


Come sarebbe la nostra vita se i nostri figli del tutto ipotetici, non ancora concepiti, potessero apparirci per supplicarci di non lasciarli nell'irrealtà? "Papà, per favore, vai a conoscere nostra madre! Vedrai, la troverai simpatica! Se non fai uno sforzo, noi non esisteremo mai". Bacchini parte da qui, da questo scenario quasi incredibile, per capire cosa significhi essere una persona potenziale. Non è una domanda da poco, dal momento che tutto il dibattito sullo statuto dell'embrione umano poggia in fondo su una verità ovvia ma misteriosa: "L'embrione è una persona potenziale!". Giusto. Ma cosa ne segue? Le persone potenziali hanno forse diritto di diventare reali? Quello che il libro propone è un modo nuovo di fare bioetica che obbedisce a due regole fondamentali. La prima è: la razionalità è sovrana. Il filosofo procede come un investigatore che, per approdare alle conclusioni corrette, deve imitare il limpido ragionamento di Sherlock Holmes. La seconda regola è: bisogna divertirsi. Cosa c'è di meglio, allora, della grande letteratura fantastica? Attraverso le pagine di Tolstòj, Hofmannsthal, Burgess, Calvino, Dick, Wells e dei più arditi romanzi di fantascienza, l'autore mette a punto esperimenti mentali che intendono spiegare l'assurdità di tante posizioni etiche. Nella seconda parte del libro l'autore riflette sull'importanza della libertà procreativa e spiega perché ogni tentativo centralizzato di controllare le scelte riproduttive dei cittadini sia moralmente condannabile.
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Dettagli

2006
29 agosto 2006
356 p., ill. , Brossura
9788884908834

Voce della critica

La reductio ad Hitlerum è un'argomentazione tristemente diffusa nel dibattito pubblico italiano sul concetto di eugenica. Le polemiche suscitate dalla legge 19 febbraio 2004, n. 40, sulla procreazione assistita – per citare un esempio ben noto – ne hanno fornito un chiaro esempio: sia il testo legislativo sia le dichiarazioni dei suoi sostenitori non hanno infatti esitato ad adottare la retorica dell'"analogia nazista", in base alla quale qualsiasi selezione della prole presupporrebbe un progressivo "scivolamento" verso forme di eugenica negativa di matrice nazista: così Darwin finisce per precorrere Hitler e la diagnosi preimpianto viene presentata come il "primo passo" verso futuri stermini. L'importanza del volume di Fabio Bacchini, insegnante di epistemologia all'Università di Sassari, risiede nel modo diretto e provocatorio con cui l'autore rovescia simili argomentazioni: non si può parlare di eugenica senza distinguere fra coercizione statale e libertà individuale. Con uno stile leggero e quasi romanzesco, che attinge a Francis Galton e a Margaret Sanger ma non disdegna di citare Hofmannsthal, Calvino, Dick e Wells, Bacchini afferma fin dalla prima pagina la sua tesi: l'eugenica "del nostro tempo" coincide con il "luddismo" di quanti intendono ostacolare per via legislativa la libertà di accedere alle possibilità offerte dallo sviluppo biotecnologico.   Francesco Cassata

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