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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2015
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Fantastico
Anche con questo libro il Maestrone (così come con il "Nuovo dizionario delle cose perdute") ha toppato. E' probabile che il suo contratto con la Casa editrice lo obblighi ad un tot di pubblicazioni e, quindi, Guccini deve giocoforza inviare alle stampe qualcosa con cadenza ricorrente. Ma questo libro, stavolta, poteva risparmiarcelo. Non lo consiglio e spero, presto, di rileggere Guccini nella sua veste di Autore di romanzi (magari con Machiavelli, visto che insieme sono inarrivabili!) dal momento che - come è a tutti ben noto, ahinoi - ha deciso di non pubblicare più dischi. Comunque, all'autore di Radici e di tutti i capolavori musicali che ha scritto e che ci hanno accompagnato per quarant'anni, si perdona tutto ed anche le (forse) operazioni commerciali.
Recensioni
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L’infanzia di un autore amatissimo rivive attraverso bellissimi giochi persi nel tempo. Una raccolta di “istruzioni” per fare divertire grandi e bambini.
Francesco Guccini, il cantautore e scrittore modenese che ha influenzato diverse generazioni, ha scritto un libro per ragazzi? Sì, ma per “ragazzi di una volta”…
Si tratta più che altro di un libro di ricordi, come un album da sfogliare - con le illustrazioni di Giovanni Manna - attraverso cui recuperare la memoria storica dei tempi andati. E Francesco Guccini, col tempo, è diventato una vera e propria autorità in questo campo, grazie alla sua memoria prodigiosa e alla passione viscerale per quel mondo semplice e rurale in cui ha trascorso la sua infanzia.
Siamo dunque di fronte a un nuovo capitolo del filone intrapreso con la pubblicazione dei due volumi del Dizionario delle cose perdute (Mondadori, 2012 e 2014), questa volta però l’autore concentra la sua attenzione non sugli oggetti di culto del dopoguerra, ma sui giochi che faceva quando era bambino.
Una carrellata di oggetti immancabili nella cameretta dei ragazzi di allora, come le biglie, le figurine dei ciclisti o la fionda, ma anche un vero e proprio manuale che insegna come costruire i giochi di allora e come giocare, con moltissimi spunti per inventare giochi sempre nuovi.
Ad esempio, un sacco di iuta può diventare lo scenario delle montagne rocciose, entro cui far muovere gli indiani, un ramo di tasso può diventare un flessuoso arco, mentre le stecche degli ombrelli sono perfette per costruire delle frecce. E cosa dire degli infiniti usi e riusi dei rocchetti di filo per cucire?
Certo, tra la costruzione di una barchetta di carta e la costruzione di un “cariolino”, con freni e volante, c’è una bella differenza e spesso la buona riuscita dell’opera dipende dalla disponibilità di un adulto a usare chiodi, trapano e martello. Per questo diciamo che si tratta di un libro per “ragazzi di una volta”: papà, o nonni, che amano ricordare la gioia di avere per le mani un oggetto unico, costruito con le proprie mani.
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