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Piccolo viaggio nell'anima tedesca - Vanna Vannuccini,Francesca Predazzi - copertina
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Piccolo viaggio nell'anima tedesca
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Descrizione


Una panoramica tra filosofia, politica e costume che guida il lettore alla scoperta della personalità e dell'identità tedesca attraverso l'analisi del linguaggio. La lingua tedesca pone, rispetto ad altre lingue europee, particolari ostacoli nella comprensione, è caratterizzata da una grande capacità d'astrazione e, al tempo stesso, di precisione che mettono in difficoltà il lettore italiano. Questo volume offre una chiave di lettura dell'anima della Germania, raccontando uomini e fatti attraverso le parole. Da Willy Brandt e Marlene Dietrich, considerati "infangatori del nido", a Enzensberger definito un "pensatore laterale". Un'analisi della lingua per comprendere un popolo.
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Dettagli

2004
21 giugno 2004
139 p., Brossura
9788807170942

Valutazioni e recensioni

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..::TeDeScHiNa::..
Recensioni: 4/5

Come libro è veramente carino e originale...Come Lucia però, anche io mi aspettavo qualcosina in più! Resta comunque un libro che si legge con piacere...Lo consiglio!!

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Mixtli
Recensioni: 4/5

Sono d'accordo con Lucia. Però che sprint iniziale... La prima metà del libro è folgorante. Capire un popolo dalla sua lingua. Che idea.

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Michele Bondesan
Recensioni: 5/5

Ottimo libro per farsi un'idea delle peculiarità della cultura tedesca, grazie a brevi episodi di stampo giornalistico che partono da parole inesistenti in altre lingue, come Quotenfrau, "donna in quota", o Netzbeschmutzer, "insozzatore del nido". Lo stile è molto pulito e i capitoli abbastanza brevi facilitano la lettura del libro. Ovviamente si tratta di un "piccolo" viaggio, che non può parlare di tutta la cultura tedesca. Giusto un assaggio, poi, chi vuole, può approfondire con altre opere. Complimenti alle autrici!

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Voce della critica

Nell'Europa unita i confini non esistono più, ma rimangono le barriere linguistiche, rimane lo stereotipo della lingua tedesca difficile e impenetrabile, delle parole mostruosamente lunghe e incomprensibili. Questo volumetto sembra voler partire proprio da questa constatazione superficiale, eppure ancora diffusissima, per scalzare, pagina dopo pagina, i luoghi comuni nei confronti dei tedeschi e della loro lingua. Per fare ciò scelgono la via più difficile, quella che passa per la descrizione delle parole intraducibili, cioè di parole talmente legate alla cultura e società tedesche che non è possibile trasporle in un'altra lingua, a meno di stilare un articolato glossario che richiami, con interviste a scrittori, politici e gente comune, le tappe più importanti della storia e società tedesche degli ultimi cinquant'anni. La citazione di Wilhelm von Humboldt con cui si apre il libro rimanda all'assunto fondamentale del volume: la lingua è attività dinamica e, come riflesso della società e della mentalità, non può che recare su di sé le caratteristiche di chi in quella società vive e comunica. E allora, a partire da Weltanschauung, lessema presente come prestito nei dizionari italiani, si dipana la storia delle parole difficili e tuttavia profondamente evocative per chi conosce il tedesco: dai vari contesti d'uso di Nestbeschmutzer ("insozzatore del nido", epiteto dato a Heinrich Heine che da Parigi lanciava strali contro la Germania ma anche a Willy Brandt, inginocchiatosi nel ghetto di Varsavia) a Querdenker, tradotto con un calco strutturale "il pensatore laterale" e esemplificato con il caso Enzensberger. Al centro del capitolo sulla Schadenfreude troviamo invece l'intervista delle due giornaliste a Friedrich Dürrenmatt, che volge il meschino sentimento piccolo borghese del "godere delle disgrazie altrui" in pessimismo sbeffeggiante. La storia tedesca recente è richiamata dalla parola Zweckgemeinschaft, "unione per interesse", che bene descrive lo spirito, ancora vivissimo, in cui si è consumata la riunificazione. I capitoli successivi trattano altre "parole chiave": dal difficile rapporto con il passato che non passa (Vergangenheitsbewältigung) all'amore per la natura e per il wandern, alla sacralità del tempo libero (Feierabend), alla questione femminile/femminista (Quotenfrauen, peccato che manchi il riferimento alla critica linguistica femminista, che ha determinato non pochi cambiamenti nel tedesco contemporaneo) fino a un capitoletto sull'Unwort, "la non parola", dedicato alla cura dei tedeschi per la loro lingua materna, che evidenzia la centralità del concetto di Bildung anche nella Germania di oggi (basti pensare allo choc provocato in Germania dal pisa Studie dell'Ocse). Il capitolo sullo spirito del tempo (Zeitgeist) è l'ultima tessera di un mosaico composito ed eterogeneo che richiama l'attenzione del lettore italiano sulla realtà socioculturale della Germania. Austria e Svizzera, anch'esse tedescofone, meriterebbero un altro "piccolo viaggio".

Marcella Costa

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Conosci l'autore

Vanna Vannuccini

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Vanna Vannuccini, inviata speciale de "la Repubblica", è stata per molti anni corrispondente dalla Germania e tra le fondatrici di "Effe", una delle prime riviste femministe italiane.Ha seguito le Guerre dei Balcani, ha lavorato in molti paesi, tra cui, dal 1997 in Iran. Le sue esperienza di vita hanno preso la parola scritta in libri come Donne e terrore (Rowohlt, 1979), Quarant’anni in faccia (Rizzoli, 1982), Piccolo viaggio nell’anima tedesca (Feltrinelli 2004), Rosa è il colore della Persia. Il sogno perduto di una democrazia islamica (Feltrinelli 2006), Al di qua del muro. Berlino 1989 (Feltrinelli 2010), L'amore a settant'anni (Feltrinelli 2012).

Francesca Predazzi

Francesca Predazzi ha scritto numerose corrispondenze per "La Stampa" dalla Germania prima e dopo l'unificazione tedesca. È stata capo ufficio stampa del ministero del Bilancio e consulente per la presidenza del Consiglio e la Scuola Normale di Pisa. Tra i suoi saggi, Con l'euro in tasca (Sperling & Kupfer, 2001), Una moneta di nome euro (Sperling & Kupfer, 1998), Maastricht e la nuova Germania (Shakespeare & Co., 1996). Per Feltrinelli, Piccolo viaggio nell’anima tedesca (con Vanna Vannuccini, 2004; nuova edizione in Ue: 2014).

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