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I preti sanno morire. La via crucis continua - Primo Mazzolari - copertina
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Descrizione


Il volume, ultima fatica editoriale di don Mazzolari, costituisce un contributo allo sforzo di riconciliazione degli animi nei difficili giorni dell'immediato dopoguerra. Dopo l'uccisione a San Martino Piccolo di Correggio (RE) di don Umberto Pessina ad opera di partigiani comunisti, le iniziative per onorarne la memoria culminarono con l'erezione di una Via Crucis nei pressi del sacello che ne custodiva le spoglie, a ricordo dei molti preti uccisi. A don Primo venne affidato il compito di suggerire i "motivi di ispirazione per gli artisti" coinvolti nell'impresa. Il testo è organizzato nella forma di una meditazione ininterrotta che si snoda attraverso 14 capitoli, in cui si ripercorre un'ideale Via Crucis. Ogni stazione è costruita armonicamente con la stessa cadenza interna: dopo una breve introduzione che serve da ambientazione, segue una riflessione sulle diverse tappe che scandiscono la salita di Gesù al Calvario e insieme la "tormenta" dei "preti vittime", prima di chiudersi con una preghiera composta per l'occasione. Con questo terzo volume, che segue "Il compagno Cristo" e i "Discorsi", la Fondazione Don Primo Mazzolari e le EDB proseguono nell'edizione critica delle opere di Mazzolari. I criteri della revisione vengono di volta in volta illustrati dal curatore, nella nota introduttiva di apertura.
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Dettagli

EDB
2007
1 febbraio 2007
136 p., Brossura
9788810108833

La recensione di IBS

Fu il suo ultimo libro: I preti sanno morire, 1958. Don Primo Mazzolari (non certo tenero con la Dc, anzi spesso accusato di filo-comunismo) aveva accettato con entusiasmo l'invito di alcuni confratelli - tra cui il successore a San Martino Piccolo (Re) di don Pessina, trucidato dai comunisti - a comporre una «via crucis» dei preti vittima del dopoguerra. Tra l'altro, fu l'opera che il sacerdote-giornalista donò a Giovanni XXIII nell'udienza del febbraio 1959 in cui il Papa Buono definì il parroco di Bozzolo «tromba dello Spirito Santo». Edb ristampa questo prezioso volume ricco di testimonianza nel 1984: «Arduo dire se quest'opera fu scritta col cuore - sostiene don Aldo Bergamaschi, prete-partigiano milanese - o se fu scritta con agonia intellettuale, quasi per soddisfare una richiesta».

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Conosci l'autore

Primo Mazzolari

(Boschetto di Cremona 1890 - Cremona 1959) ecclesiastico e scrittore italiano. Profondamente legato al mondo contadino padano, dal 1932 fu parroco di Bozzolo. L’esperienza della prima guerra mondiale lo condusse ai valori della non violenza e dell’antifascismo, di cui fu un esempio rigoroso per tutto il ventennio. Il suo spirito pastorale, caratterizzato da un vivo impegno sociale e non esente da critiche verso le gerarchie curiali, ne fecero in qualche modo un anticipatore dello spirito del concilio Vaticano II. Nel 1949 fondò la rivista «Adesso», che rivendicava le istanze socialiste dell’impegno evangelico. È autore di prose autobiografiche (La pieve sull’argine, 1952) e di scritti di impegno cristiano (La più bella avventura, 1934; Il compagno Cristo, 1946; La parola che non passa, 1953;...

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