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Pulp Roma
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Anno edizione: 2023
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Anno edizione: 2023
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Roma disumana. Crudele. Roma sproporzionata. Roma intorpidita. Languida. Oziosa. Superba. Tronfia. Deserta. Spaccona. Con un flusso di immagini Tommaso Pincio compie un ritratto personale di una città universale in quest'oggetto narrativo non identificato. Tra le vie cieche della Capitale soffocate da una torrida estate postapocalittica si trascina un uomo indolente e triste, mentre l'enorme polipo si avvinghia al corpo di una ragazza in una camera affogata in un oceano rosso sangue. Freud, ossessionato dalla città e immobilizzato al limite mai valicato di Annibale, soffoca sul lago Trasimeno, schiacciato dal desiderio nevrotico di visitare Roma che per Onfray è soltanto pulsione incestuosa. Davanti a una porta muta e chiusa, un novellino, una rosetta appena sfornata dal centro d'addestramento, il giovanissimo agente ausiliario di Piesse cresciuto sotto la dominazione cattolica della nonna è stato messo di piantone e immobilizzato in eterno, mentre dietro la porta uno, nessuno e centomila commissari Acaba riflettono sul concetto di molinello ingravalliano. Il divano e le pareti della suite 541 dell'Hotel Excelsior di Roma assorbono lo spirito infelice di Kurt Cobain, mentre il Colosseo avveniristico di Ranxerox è puntellato da colate di cemento armato. Forte di una lingua che oltrepassa la parola scritta, il marziano trapiantato a Roma trascende i limiti del romanzo, offrendo una sorprendente esplorazione onirica della prosa dalla visionarietà gaddiana.
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Pagine:
136 p., ill. , Rilegato
EAN:
9788842818298
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Beatrice
06 luglio 2021
In questo “libercolo”, come lo definisce l’autore, la protagonista assoluta è Roma, dalla bellezza “opprimente, eccessiva, persino disumana”, ma “refrattaria, impermeabile alla scrittura”. Con l’intento di gettare luce sulla genesi del precedente romanzo, Pincio ci conduce in un itinerario alla scoperta della città eterna, da un’angolazione che nessun viaggiatore mai potrà assumere. È la consapevole consuetudine di chi a Roma è nato e vissuto e sa guardarla nel profondo che permette di leggere i caratteri distintivi della romanità e di percepire il respiro dei luoghi, sui quali si riversa la nostalgia del tempo perduto. L’autore gioca con i generi e intreccia capitoli narrativi e capitoli riflessivi o argomentativi allo scopo di far emergere il rapporto conflittuale che lo unisce alla propria città. Nella stratificazione e nel labirinto di queste pagine scritte con uno stile ineguagliabile, con una lingua attentissima e non estranea ad una certa malinconia, si può percepire la complessità del processo di gestazione e di scrittura. Da leggere, lasciandosi sorprendere e disorientare.
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Chris
19 settembre 2018
Pulp Roma nasce con l'intento da parte di Tommaso Pincio di riflettere sul suo precedente romanzo, Cinacittà. In questo "libercolo", come lo definisce l'autore stesso nel primo capitolo, troverete degli interessanti spunti di riflessione sul nostro mondo, sulla nostra società, visioni filtrate attraverso gli occhi e la sensibilità di Pincio. A partire dalle cause e le vicissitudini che hanno portato alla scrittura di Cinacittà, in Pulp Roma lo scrittore romano ci presenta la capitale in una versione post-apocalittica, una realtà distopica e surreale che capitolo dopo capitolo si fonde a spunti reali e fatti di cronaca, facendoci perdere la distinzione tra reale e fantastico. Una lettura breve, ma intensa.
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