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Punto Omega - Don DeLillo - copertina
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Punto Omega - Don DeLillo - copertina

Descrizione


New York. Un giovane aspirante cineasta chiede a un noto studioso che per anni ha fatto il consulente del Pentagono di registrare un video in cui raccontare la sua esperienza. Un video-confessione, sospetta lo studioso, che si nega, recalcitra, sfugge, ma alla fine invita il cineasta in un posto perduto nel deserto, in California, non lontano da San Diego. Sarà per qualche giorno, si dice il giovane. Trova un biglietto economico e parte. Ma lo studioso non vorrà concedere alcuna ripresa. Desidera solo che l'altro gli stia accanto, in un posto troppo vasto, indifferente e bellissimo in cui i tramonti non siano che un essenziale cambiamento di luci e dove l'unica cosa che accade sia il tempo. Non il passare del tempo, ma il tempo come percezione essenziale di ogni singolo istante. È una prova generale dell'amicizia. Ma come tutto ciò che è essenziale, anche questa specie di tempo è un sogno troppo superbo per l'essere umano che esiste proprio perché dimentica il tempo. Qualcuno, qualcosa verrà da fuori, da news e traffico, sport e meteo, a riportare i due in città. A riportarli nel mondo dei compromessi, delle responsabilità individuali, dei precari affetti. Il punto omega è stato immaginato dalla fisica più metafisica. Suoi attributi sono che è sempre esistito, è personale e unisce il creato in forme sempre più complesse, è trascendente, è libero da limitazioni di spazio e di tempo, e deve offrire la possibilità di essere raggiunto.
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Dettagli

2010
1 giugno 2010
118 p., Rilegato
9788806202590

Valutazioni e recensioni

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Loris
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Terminata la lettura, il sospetto di trovarsi di fronte a un freddo esercizio intellettuale resta. Non discuto l'intelligenza letteraria di DeLillo e la sua abilità nel cogliere lo spirito dei tempi. La narrazione è volutamente pretestuosa e aperta. Contano le idee e le suggestioni. Si parla di percezione del tempo, di evoluzione (o de-evoluzione?) della specie, toccando la Storia recente (Iraq) e le sperimentazioni video dell'arte contemporanea. La materia è densa, lascia il dubbio di non aver compreso a fondo e di non aver colto tutti i riferimenti. Forse sono i miei limiti di lettore, ma questo tipo di narrazione non riesce ad appassionarmi. Meglio rileggere lo splendido lungo prologo di Underworld.

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Renato
Recensioni: 4/5

Ancora una volta un ottimo libro di De Lillo. non certo una delle sue opere migliori, ma si conferma uno dei più grandi scrittori intellettuali del secolo (anche del XXI). Rarefatto? a me sembra piuttosto denso, fino a trascendere la forma romanzo per approdare, in alcune pagine, ad una sorta di saggistica tecnico/filosofica. e qui può lasciare perplessi: in Underworld e in Rumore Bianco era riuscito a mantenere un registro più coerente e quindi comprensibile. Ma se un autore delude solo rispetto a se stesso e non ha attorno altri possibili metri di paragone perchè non reggerebbero, allora rimane un grande scrittore. con buona pace di quelli che di un autore sono sempre pronti a dire: "Era meglio quando non lo conosceva nessuno!"

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Libetta
Recensioni: 2/5

Le 100 pagine stringate, la trascrizione della trama di un film/installazione e qualche frase ad effetto sull'incompatibilità umana ed il desiderio per una femmina. La letteratura da senescenza o che segue la fine della voglia di scrivere fa fare brutta figura all'autore e cristallizza i capolavori che l'hanno preceduta.

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Recensioni

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La recensione di IBS

L’intensità della scrittura di DeLillo al servizio di un’inquieta e misteriosa meditazione sul destino di un individuo e di ogni uomo.

Leggere questo libro è come guardare il volto di Medusa del tempo. Non il tempo dei tuoi traffici e dei tuoi amori, «news e traffico, sport e meteo", delle tue piccole o grandi storie, non il tempo delle città che "sono state costruite per misurare il tempo, per togliere il tempo dalla natura», bensì il tempo geologico, il tempo che diventa cieco, il tempo in cui ogni momento perduto è la vita, la nuda vita.
New York. Un giovane aspirante cineasta chiede a un noto studioso che per anni ha fatto il consulente del Pentagono di registrare un video in cui raccontare la sua esperienza. Un video confessione, sospetta lo studioso, che si nega, recalcitra, sfugge, ma alla fine invita il cineasta in un posto perduto nel deserto, in California, non lontano da San Diego. Sarà per qualche giorno, si dice il giovane. Trova un biglietto economico e parte. Ma lo studioso non vorrà concedere alcuna ripresa, convinto com'è che «la vita vera non si può ridurre a parole dette o scritte, nessuno può farlo, mai. La vita vera si svolge quando siamo soli, quando pensiamo, percepiamo, persi nei ricordi, trasognati eppure presenti a noi stessi, gli istanti submicroscopici». Desidera solo che l'altro gli stia accanto, in un posto troppo vasto, indifferente e bellissimo in cui i tramonti non siano che un essenziale cambiamento di luci e dove l'unica cosa che accade sia il tempo. Non il passare del tempo, ma il tempo come percezione essenziale di ogni singolo istante. È una prova generale dell'amicizia. Ma come tutto ciò che è essenziale, anche questa specie di tempo è un sogno troppo superbo per l'essere umano che esiste proprio perché dimentica il tempo. Qualcuno, qualcosa - l'ombra del crimine, l'angoscia della fine - verrà da fuori, da news e traffico, sport e meteo, a riportare i due in città. A riportarli nel mondo dei compromessi, delle responsabilità individuali, dei precari affetti.
Il punto omega è stato immaginato dalla fisica più metafisica. Suoi attributi sono che è sempre esistito, è personale e unisce il creato in forme sempre più complesse, è trascendente, è libero da limitazioni di spazio e di tempo, e deve offrire la possibilità di essere raggiunto.

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Conosci l'autore

Don DeLillo

1936, New York

Nato e cresciuto nel Bronx, allora abitato in gran parte da italoamericani, frequenta scuole cattoliche fino agli studi universitari; l'influenza degli studi cattolici traspare in molti dei suoi scritti e principalmente in Underworld (1997).Finiti gli studi, inizia a lavorare come pubblicitario e ad interessarsi di arte e musica, particolarmente al jazz e alla scrittura. Nel 1971 pubblica il suo primo romanzo, Americana, tradotto in italiano solo nel 2000. Nel 1972 pubblica End Zone e l’anno successivo Great Jones Street (tradotto in italiano nel 1997) che narra di un artista rock ritiratosi a vivere in un ambiente spoglio.Alla fine degli anni Settanta intraprende un lungo viaggio formativo in Medio Oriente e in India, successivamente si trasferisce in Grecia dove vive per tre anni e...

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