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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2015
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Un storia di cocente ingiustizia quella di Giorgio Ambrosoli raccontata dal figlio. Dice l’A. oggi rispetto allora l’unica differenza sta in una maggior sfrontatezza: gli interessi illegittimi sono sempre così occulti e dissimulati, forse perché certi comportamenti non sono più oggetto di riprovazione da parte della società,anche perché si può contare sull’assenza di una reazione. Sindona intrallazza nel sistema bancario e politico, per lui Ambrosoliè un ingombro denunciandolo per perseverante malafede, ostinata intransigenza. Le regole dovrebbero essere un sostrato condiviso in una società civile ma solo difenderle è diventato rivoluzionario. Sintomatico: operazioni speculative effettuate dalle banche anche sul mercato delle materie prime e dei prodotti agricoli: dalle patate al platino, dallo zucchero all’oro, con acquisiti e vendite a termine effettuate anche in misura tale da condizionare le valutazioni dei beni di consumo. Marzo 1979 fu un mese convulso: venne ucciso Pecorelli, muore La Malfa, Sarcinelli viene arrestato e Baffi incriminato (prosciolti poi a giugno 1981) vittime di un attacco all’indipendenza dell’istituto.Baffi scriveva:La notte non ho chiuso occhio anche per il senso di ingiustizia subita(..)la mortificazione mi viene inflitta con l’incriminazione(..)non posso continuare a identificarmi col sistema delle istituzioni che mi colpisce o consente che mi si colpisca in qusto modo.Per Ambrosoli (ma vale per molti) come spiegava Falcone anni dopo“prima ti lasciano solo. Poi vengono le calunnie. Poi ti uccidono”. Trovo paradigamtico quanto viene dall’A. citato su R.Bodei che individua le passioni rosse e nere e quelle grigie ossia moderate, non militanti, tipiche di una certa tradizione borghese quali appartiene ad es. Ambrosoli. nelle passioni che consistono “nell’onestà,nell’onore, nel rispetto per sé e per gli altri, nel fare bene il proprio lavoro, nel non accettare né la corrusizione né l’intimidazione anche quando si è minacciati di morte” .
Rispondendo al lettore qui sotto, da far leggere DURANTE l'ora di religione, e SPERIAMO che ce ne siano due di ore, ma ne dubito... Umberto fà lo stesso errore di Benedetta Tobagi,viene fuori il figlio, ma la Storia poco...raffazzonata è la ricostruzione, purtroppo...da integrare..era meglio se Umberto lo presentava come un libro solo autobiografico, lo ritoccava in tal senso e ne veniva fuori un'opera più onesta, nel senso che il LETTORE non si sarebbe sentito un pochino ingannato...
Bellissimo! Da far leggere, certamente, nelle scuole magari al posto dell'ora di religione (dal prossimo anno saranno "DUE"!!!!!!).
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