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Anno edizione: 2011
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Lo storico spezzino qui si interessa della condizione dei nostri militari catturati dalle truppe angloamericane con riferimento a una particolare data, l’8 settembre 1943, cioè quella dell’armistizio, data in cui erano presenti nei campi di concentramento alleati sparsi un po’ ovunque fra Africa, Asia, Australia, Europa e America, circa 600.000 soldati italiani. Preciso che la distinzione fra il prima e il dopo ha più un carattere giuridico che un effettivo aspetto pratico, perché ben poco cambiò con la cessazione delle nostre ostilità nei confronti degli anglo-americani, mentre qualcosa di più significativo avvenne con la nostra successiva dichiarazione di guerra alla Germania. Fu così che dapprima vi fu la distinzione fra chi era disposto a collaborare secondo quando previsto dalla Convenzione di Ginevra e chi non lo era, con la creazione quindi di due distinte tipologie di campi di concentramento, distinzione che rimase anche dopo l’8 settembre 1943 con l’istituzione della figura del cobelligerante, che godeva di una certa libertà, e del non cobelligerante, maggiormente rinchiuso. Petacco cerca di spiegare i motivi delle opposte scelte dei soldati italiani, ma restando troppo in superficie. A parte qualche altra notizia e la descrizione delle nostre operazioni militari in Africa il saggio di Petacco non riserva altre sorprese, o motivi d’interesse, e si trascina, un po’ stancamente, fino alla fine.
Interessante come tutti i libri di Arrigo Petacco che ho letto fino ad oggi.Mi si consenta però di fare una osservazione.Tra i vari campi citati manca il campo nell'isola di Ceylon (oggi Sri Lanca). Ne sono sicuro perchè un mio zio che già nel 1935 si trovava a Gondar nell'A.O.I come militare senza stellette fu fatto prigioniero dagli inglesi. Dai campi di concentramento in Africa (dove gli italiani erano trattati piuttosto male) fu destinato in India, appunto nell'isola di cui sopra.Inoltre contrariamente ad altri prigionieri rientrò in Italia dopo circa 11 anni di prigionia,quindi verso la fine degli anni cinquanta. A chi interessa la storia non strumentalizzata,anche questo è un libro da leggere come tutti gli altri del genere dello stesso autore.
Più che "Quelli che dissero no" lo intitolerei "Quelli che vennero catturati". Libro medio: si legge in una giornata e mezzo, tuttavia non mi ha particolarmente impressionato. Mi aspettavo qualcosa di più da un autore di grande livello come Petacco!
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