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Se dovessimo descrivere il sentimento comune a larga parte dei trentenni di oggi, forse la parola più ricorrente sarebbe “La Rabbia”, come recita il titolo di questa raccolta di graphic novel. Partendo dalla Rabbia, alcuni autori tra le leve più interessanti del panorama italiano contemporaneo, hanno voluto rappresentare questo sentimento attraverso i loro racconti. Ironici, surreali, distopici, a volte anche aggressivi, la narrazione ci parla di una generazione cresciuta negli anni ‘80 e ‘90 e che ha visto chi veniva prima prendersi il futuro dei giovani. La narrazione è davvero forte e la denuncia sociale è incombente, ci racconta di una sospensione di vita che i trentenni di oggi vivono, tra precariato e mancanza di prospettiva. Gli autori, Bambi Kramer, Filosa/Noce, Hurricane, Nomisake/Trapani, Ratigher, Sonno, Tso/Primosig e Zerocalcare, hanno partecipato e partecipano al festival autogestito Crack! del Forte Prenestino a Roma. Si tratta di un festival unico nel suo genere, dove gli autori si autogestiscono in totale libertà, creando una gioiosa anarchia. Nel libro, questa anarchia viene rispettata attraverso gli stili completamente diversi e la rappresentazione multiforme di una stessa realtà. Un libro davvero indispensabile per gli appassionati del genere!
Che dire? Un'antologia fantastica da tutti i punti di vista. Ragazzi, non perdetevi questo capolavoro!
Recensioni
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“Stile libero” Einaudi si esprime al meglio quando ritorna al suo ruolo iniziale: scovare talenti e, soprattutto, fare il punto. Quando cerca nel magma, categorie e generi a cui ancora manca una definizione, ma che già ?si profilano come semi ?di futuro. Per questo, ?negli anni, oltre ai romanzi, “Stile libero” è? riuscita a restituire un? valore al concetto di an?tologia. Le sue raccolte,? quando sono riuscite,? non sono semplici unio?ni di racconti a tema, ma qualcosa di simile ai manifesti: affermazioni di poetica, bilanci del nuovo, e rilanci al futuro. Ecco perché non stupisce che la nuova antologia, La rabbia, punti tutto sul fumetto, ma non un fumetto qualunque. (…) Un fumetto fuori dagli schemi, graffiante, personale e allucinato (…). È un genere libero, a metà tra la critica sociale, la confessione intima e la visione.
E, non per nulla, gli autori raccolti in La rabbia vengono tutti da un’esperienza comune: il festival Crack! organizzato dal centro sociale romano Forte Prenestino, che ha fatto dell’indipendenza, dell’autoproduzione, la garanzia di una totale libertà di espressione. Forse per questo era difficile trovare una chiave di lettura e di definizione comune degli autori in questione; perché l’indipendenza porta a un’assoluta, vitale non-omologazione, neanche tra loro. Si è scelto il tema della rabbia. Zerocalcare, Hurricane, Sonno e tanti altri hanno declinato il termine in otto diverse sfumature, otto storie o canti liberi, che vanno dall’incubo alla Bosch dei fatti della scuola Diaz al fenomeno della rabbia che si scatena sui social; dalla disoccupazione letta in chiave fantascientifica all’alienazione metropolitana.
Il ritratto che ne esce è senza dubbio generazionale: gli autori si aggirano tutti tra i trenta e i trentacinque anni. Eppure la rabbia che descrivono si adatterebbe male alla definizione di “generazione arrabbiata” (ci si domanda quale generazione non lo sia stata, durante gli ultimi cinquant’anni). Quanto più le cause di questa rabbia sembrano essere precise, definibili, distintamente sociali, tanto più la rabbia non spinge verso una rivolta, ma verso un ripiegamento in sé stessi, una frustrazione che si supera solo attraverso lo sfogo del fumetto stesso, dell’espressione. E forse la chiave è esattamente questa: gli autori non propongono un cambiamento della società.
Piuttosto, grazie al fumetto, e a un fumetto stravolto, che mischia generi e fonti con grande disinvoltura e personalità; grazie all’invenzione di nuovi modi di produzione e di diffusione sono riusciti a creare uno spazio alternativo, sentimentale e civile. In La rabbia non si troverà un canto di rivolta, ma la descrizione della rabbia stessa, di cui il fumetto, l’arte, è già, in buona parte, una perfetta soluzione.
Recensione di Errico Buonanno
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