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scheda di Piretto, G.P., L'Indice 1991, n. 8
Quest'antologia di racconti propone opere di un autore oggi quasi ignorato, nonostante il successo riscosso a suo tempo, Anatolij Kamenskij, accanto a quelle di grossi nomi del simbolismo russo quali Fëdor Sologub e Valerij Brjusov. La matrice comune è il gusto e la ricerca dell'erotismo, categoria da sempre presente nella cultura russa, ma relegata nel dimenticatoio per parecchi anni dalla censura sovietica. Interventi diabolici, lussuria sfrenata, atmosfere curate in punta di penna, discorsi frivoli e ammiccanti. I protagonisti dei racconti si muovono tra intrecci flebili e leggeri che offrono l'occasione per creare atmosfere esotiche, erotiche, di genere. Gli arredi e gli oggetti sono scelti accuratamente, i personaggi vi si adeguano: la provocante e libidinosa Leda dell'omonimo racconto di Kamenskij, il provocatorio Nezdanov, primo e forse unico caso di ermafroditismo e travestitismo nella letteratura russa. Nella "Regina dei baci" di Sologub agli eccessi erotici si mescola il tema del vampirismo, sulla traccia del tradizionale dissidio tra moglie giovane e marito anziano. Di sapore più austero e rigoroso sono le pagine del "Diario di una donna" di Brjusov, redatto in stile quasi giornalistico. Nonostante le pretese di originalità, esso richiama molto da vicino le vicende, che animarono Roma nel 1910, del processo contro la Tarnovskaja: la contessa che fece uccidere dai suoi amanti il fidanzato per entrare in possesso dell'assicurazione a lei intestata. I racconti non sono grandiosi ma interessanti; come sottolinea il curatore, sono da giudicarsi sul piano della fattura artistica, ninnoli graziosi creati da un grande artigiano.
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