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C'è ancora chi scrive poesie. In un'epoca in cui la poesia della vita pare decisamente defunta. Quattro i capitoli: Avvolti nell'anima, Tenere gemme, Mondo invisibile, Ferita e benedizione. E poi alcune poesie: Scie luminose, Verso il monte, La nostra casa, Ti ascolto. Embrione, Ti stringo, Piccoli al vento, Carbonizzati. Ferite di sorrisi, Contrasti, Profondità, Monti trasparenti, Mondo invisibile. Tu che parti, Non catturarmi, Ti penso, Silenziosa comunicazione, Silenzio d'amore, Senza confini, Resurrezione. Trovo insiemi di parole, che amo leggere asincroni dal contesto, che mi percuotono, creano dei buchi, positivi stimoli: zie sorgenti di gesti amorevoli, perché soffrire nel deserto? voglio entrare nel tuo cuore, il tuo volto nella mente, devo perderti - stupita del miracolo, mi accorgo che è sera, siamo in cielo - stiamo volando lontano, ascolta il mio silenzio, aria ci trafigge il cuore memore di armonia perfetta. Provo a giocare con queste parole, tolgo le virgole, ricostruisco? Quasi diario di una esistenza che passa per l'attenzione all'handicap, la ferita, e termina, guarda caso, con la resurrezione. Bastano questi pochi titoli a dire dell'itinerario di vita di una donna di oggi, profondamente inserita nella società, che riesce a vivere in altra dimensione interiore, e farcene partecipi. Grazie Patrizia, grazie della tua umanità femminile, grazie di farci astrarre dal consueto e obsoleto quotidiano. Rami intrecciati: sembrano un problema, e tu invece ci illumini con la loro anomala invisibile bellezza. Qualcuno ha detto che son molte più le cose che non si vedono, che quelle di cui si ha conoscenza. Basta vivere in terra, profondamente, senza essere della terra. Paolo
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