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Ho visto il film e devo dire che mi è piaciuto molto, per questo ho deciso di prendere anche il libro e devo dire di non essermene pentito. La lettura è estremamente scorrevole e la storia ti prende estremamente bene, ovviamente ci sono differenze rispetto al film, ma preferisco di gran lunga il libro. Ottimo.
Ci sono i romanzi distopici che aprono la porta a universi d’immaginazione in sé conclusi e portano il lettore in un futuro alternativo senza colpo ferire, trasportandolo letteralmente altrove e Ready Player One di Ernest Cline appartiene decisamente a questa categoria. Siamo in un futuro prossimo e venturo che si può sintetizzare in una sola parola: inquietante. Nel 2045 la Terra è sovrappopolata e in piena decadenza, anche nelle nazioni più sviluppate tecnologicamente: è un mondo quasi senza speranza e in cui l’umanità è riuscita a sopravvivere soltanto rifugiandosi in un mondo virtuale che si chiama Oasis, cui si accede con speciali occhiali sinaptici con riconoscimento retinico, un mondo inventato da un leggendario programmatore, James Halliday, un multimiliardario che, dopo aver scoperto di aver poco ancora da vivere, ha lasciato la sua immensa fortuna e il controllo della sua azienda a chi riuscirà ad impossessarsi di un easter egg oltrepassando tre porte che si aprono con tre chiavi nascoste chissà dove nei meandri di Oasis. Ready Player One è insomma quello che si può immaginare dalle linee narrative della trama, ovvero una caccia al tesoro ambientata in un’isola virtuale vasta quanto un universo e ricca di riferimenti soprattutto alla cultura popolare degli anni Ottanta nel senso più allargato che si possa concepire: videogames a profusione, giochi di ruolo come Dungeons and Dragons, film d’azione per ragazzi, serie televisive, cartoons giapponesi e così via. E il bello è che i mondi di Oasis sono pure tematici, quindi ognuno presenta un irresistibile spaccato della sterminata immaginazione di Halliday, nume tutelare della caccia planetaria che lui stesso ha innescato col suo avatar Anorak. Alla fine il romanzo regala un confronto epico tra buoni e cattivi prima di farci scoprire perfino il manzoniano “sugo” della storia… Una piccola meraviglia a orologeria perfettamente congegnata per intrappolare le nuove generazioni e quelle dei bei tempi andati.
Il romanzo è pieno di rimandi agli anni '80, ma l'idea di base è attuale e ben si adatta alla società moderna. Rispetto al film propone questioni più approfondite, come la solitudine e l'alienazione che la virtualità comporta, e le "sfide" sono più articolate e leggermente diverse a quelle presenti nell'adattamento cinematografico, ma più appropriate al mezzo cartaceo.
Recensioni
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Ready Player One racconta una storia futuristica con le espressioni eccentriche e distopiche della cultura musicale, cinematografica e videoludica Pop degli anni ’80.
Un’esperienza di lettura immersiva e realistica nell’universo fantastico che ispirò e diede il via all’esplosione del mondo dei videogames, un’onda lunga che ancora oggi cavalchiamo, immaginata nella sua massima forma: la realtà virtuale immersiva.
La civiltà umana è allo stremo, esausta si trascina sopravvivendo sugli avanzi di guerre ed egoismi del passato, le persone evadono, e vivono, nella realtà virtuale di Oasis.
Il visionario creatore di Oasis, James Halliday, è morto senza eredi, il suo testamento bandisce l’inizio di una spasmodica ricerca: “La Caccia” del suo personale easter egg, nascosto all’interno della sua creazione, il vincitore erediterà le fortune Halliday e la direzione del più avanzato impero dell’entertainment del pianeta, suscitando il desiderio delle masse e delle grandi multi-società.
Il giovane Wade, studente emarginato e introverso frutto di una società allo sbando, vive con la zia tossicodipendente nella periferia di Oklahoma City, in una fatiscente imitazione di palazzi, le Cataste; nei panni del suo avatar Parzival sarà il primo giocatore a dare una svolta alla ricerca e comparire sul Segnapunti mondiale della Caccia.
In palio c’è più della gloria e della fortuna, il vincitore avrà il potere di decidere del futuro del pianeta, e della misera realtà a cui gli uomini lo hanno ridotto.
di Matteo Olgiati
Si ringrazia il Master Booktelling
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