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La repubblica delle marchette. Chi e come della pubblicità occulta
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Questo libro si addentra nei meccanismi che in Italia producono pubblicità occulta travestita da informazione pubblica. Spiega chi sono i responsabili e i protagonisti, a quali interessi corrispondono, e come gli utenti si possono difendere. La 'marchetta' è riconoscibile. La sua genesi e la sua evoluzione sono spiegate anche attraverso testimonianze di esperti come l'antropologa Ida Magli, il sociologo Vanni Codeluppi, il giornalista Giorgio Bocca. Accanto a loro, venditori di spazi pubblicitari, responsabili di uffici stampa, opinionisti e colleghi 'pentiti' che finalmente vuotano il sacco.
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Autore:
Editore:
Collana:
Anno edizione:
2004
In commercio dal:
1 ottobre 2004
Pagine:
170 p., Brossura
EAN:
9788872268384
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Rita Vercelli
20 dicembre 2006
I meccanismi perversi dell’informazione tra pubblicità occulta, interessi editoriali e privati sono il piatto forte di un saggio che si snoda come un romanzo senza scadere mai nel moralismo un po’ stucchevole che contraddistingue spesso i testi di molti “paladini del consumatore”. La repubblica delle marchette è un buon libro, che difende effettivamente il “consumatore di informazione” rendendolo più consapevole e al tempo stesso intrattiene il lettore con una prosa avvincente, mai pesante e con aneddoti divertenti. Il mondo dell’informazione, con le sue incongruenze e le sue clientele, con lo stridente contrasto tra il precariato di moltissimi professionisti del settore e i privilegi di pochi eletti che vantano contratti con grandi gruppi editoriali ne esce con un volto molto meno patinato delle riviste che sfogliamo ma certamente più vero e verosimile. Chi legge questo libro non potrà più guardare ad un quotidiano o ad un settimanale con gli stessi occhi di prima. Da leggere. Rita
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Margherita
28 novembre 2006
La Repubblica delle Marchette è un libro che mi è piaciuto molto. Questo saggio sul mondo dell’informazione, con un tono non inquisitorio ma sinceramente preoccupato di difendere noi lettori, appassiona come un romanzo per l’autenticità delle vicende narrate. In particolare è molto divertente lo scambio di email tra i bravissimi autori e le direttrici dei principali magazine femminili: posso anticiparvi che poche di loro troveranno il tempo di rispondere alle domande di Bianchi e Giannini e si defileranno inventando scuse di ogni specie (es.: non posso darvi l’intervista perché devo sgravare e allattare…). Un libro utile non solo agli aspiranti giornalisti, pieno di nomi e fatti, ma a tutti i lettori che acquisiranno leggendolo maggiori strumenti per capire il giornalismo, l’editoria e i media.
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Paolo
25 novembre 2006
Un libro da leggere, perché documentato, rigoroso nell'impianto e onesto negli obiettivi: raccontare il malcostume di un certo modo di fare informazione. Un volume utilissimo per i giovani che si avvicinano alla professione, ma anche per chi nella comunzionazione mezzo stampa ci vive e lavora, magari da posizioni consolidate e di privilegio. Un testo mai moralista, ma che pone questioni etiche e morali sulla professione. C'è spazio per testimonianze dirette dei protagonisti dell'informazione nazionale e anonimi precari. IMPERDIBILE.
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