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PREMESSA L'autore mi chiese più o meno un anno fa la lettura critica della bozza inviandomi un file di testo. L'ho riletto con piacere, anche se l'ultimo episodio dedicato a Paolo Piacentini di 35 pagine mi è parso prolisso (avevo già espresso questo mio parere nella lettura critica). LA TRAMA "Il respiro di Roma” è un canto alla città amata dal mondo. È un romanzo che, scandito in anni a partire dal 1901, non ti dà tregua nel susseguirsi di eventi e ti cattura sia per le storie intrecciate, sia per lo stile narrativo: dal prologo hai già l’annuncio della bellezza. Il romanesco ha un ruolo importante come il cibo, il fiume, la città. I personaggi sono descritti con cura nel loro trasformarsi durante gli anni. C’è una significativa e paziente ricerca storica per la quale, a mio avviso, sarebbe interessante un riferimento in una appendice. Magari in una prossima edizione. LA SCRITTURA La scrittura si avvale di sobrietà ed esaltazione a seconda del contesto e del personaggio. Le descrizioni ambientali cui l’autore dedica una attenzione particolare colorano la narrazione e sollecitano i sensi. La vista della Roma che non c'è più si palesa con dolcezza e malinconia, il gusto è allertato dalle magie culinarie di Maria, gli odori che nel tempo si modificano colpiscono l'olfatto. Il Tevere, grande protagonista, è descritto con amore e sapienza: le parole scelte hanno un rilievo notevole per chi come me passeggia e guarda il fiume fino alla foce. SUGGERIMENTI Mi permetto due suggerimenti: - una nuova edizione, perché ho trovato molti refusi che non c'erano nella bozza e quindi non è l'autore il responsabile. - una appendice o un richiamo che metta in luce la poderosa ricerca storica di cui Cesare Gigli si avvale per il romanzo. Un sapiente uso nei romanzi l'hanno fatto Umberto Eco, David Foster Wallace, Julio Cortàzar. 🌸
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