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Retablo - Vincenzo Consolo - copertina
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Retablo
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Retablo - Vincenzo Consolo - copertina
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Descrizione


"Retablo" - dice uno dei più sintetici e usuali dizionari della lingua castigliana - è "conjunto de figuras que representan la serie de una historia o suceso": e la scegliamo, questa definizione, che può sembrare angusta come quella che invece sottrae la parola all'ambito della pittura, cui appartiene, per vagamente sconfinarla nel campo della letteratura e, qui ed ora, in questo racconto cui da titolo. Perché "retablo" è questo racconto non soltanto per il suo alludere alla pittura e, con quasi medianico gioco a rebours, a un pittore; ma per il suo svolgersi in figure di incantata e incantevole fissità, pur circonfuse di un movimento, di un cangiare e trepidare di linee, di colori, di eventi luministici che si direbbe aspirino, al di là delle parole, ma restando certa ogni parola, a una più ineffabile condizione. Sicché si può dire, per quel che vi si svolge e per come è scritto, che questo racconto è come un miracolo: il che, per altro esattamente si conviene alla parola "retablo", di solito i "retablos" in pittura rappresentando sequenze di fatti miracolosi. (Leonardo Sciascia)
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Dettagli

2009
Tascabile
2 luglio 2009
201 p., ill. , Brossura
9788838924071

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cento_book
Recensioni: 4/5

«Rosalia. Rosa e lia. Rosa che ha inebriato, rosa che ha confuso, rosa che ha sventato, rosa che ha roso, il mio cervello s’è mangiato. Rosa che non è rosa, rosa che è datura, gelsomino, balico e viola…Rosa che punto m’ha, ahi!, con la sua spina velenosa in su nel cuore». Vincenzo Consolo è un magistrale narratore. E’ un incisore della parola, è poesia e riflessione di vita che in Retablo – termine spagnolo che indica una grande pala d’altare in forma dittica o trittica e che è caratterizzato una grande complessità di materiali e stili figurativi – viene messa in scena. C’è Fabrizio Clerici che fugge dalle passioni deluse per la donna amata Teresa e un uomo che rinasce, risorge dalle passioni ormai credute abbandonante, Frate Isidoro, che ha messo in gioco tutto per la bella Rosalia.

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Sandro Grammauta '74
Recensioni: 5/5

il romanzo di Consolo linguisticamente più impegnativo e poetico, una rara meraviglia per gli occhi e la mente. Almeno tre diversi registri lessicali, tre stili, tre voci narranti che come un incanto letterario trasportano il lettore in una sicilia settecentesca ed esotica, fra rovine antiche, opere d'arte, e terre riarse da un sole implacabile. Uno dei capolavori del grande autore siciliano.

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Luisa
Recensioni: 5/5

Un libro bellissimo, oggi purtroppo poco letto. Mi piace la narrazione raffinata e colta! Si dovrebbero ripubblicare tutti gli altri scritti di questo splendido autore!

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Conosci l'autore

Vincenzo Consolo

1933, Sant'Agata di Militello

Vincenzo Consolo è stato un autore centrale nella storia della letteratura italiana del Novecento. Terminate le scuole superiori, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica di Milano, ma si laureerà, con una tesi in filosofia del diritto, all'Università di Messina.Concluso il ciclo di studi universitari, fa ritorno in Sicilia, dove si dedica all'insegnamento nelle scuole agrarie. Nel 1963 esordisce con il suo primo romanzo, La ferita dell'aprile, sguardo sulla vita di un paese siciliano tormentato dalle lotte politiche dei primi anni del dopoguerra. I suoi riferimenti umani e letterari, in quella stagione, sono lo scrittore Leonardo Sciascia (che con la sua opera resterà stella polare lungo tutto il corso della carriera letteraria...

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