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scheda di Donati, F., L'Indice 1993, n. 2
All'insieme dei dati sul mondo antico, restituitoci da quello straordinario archivio storico-documentario e artistico che sono le città sepolte dal Vesuvio, non mancano di aggiungersi sempre nuove acquisizioni. Seppure scavate da oltre due secoli, molti aspetti attendono ancora di essere approfonditamente indagati. Se i grandi complessi dell'edilizia pubblica o privata, con i loro sontuosi apparati decorativi e relativi materiali di arredo sono meglio studiati, molto poco si sa invece dell'edilizia abitativa secondaria. Solo da un approccio del genere è possibile ricavare informazioni circa aspetti di tipo sociale, politico, economico, e inerenti la vita quotidiana, che consentono di ricostruire la composizione sociale di chi a Pompei viveva e svolgeva la propria attività, in particolare nel corso degli anni che vanno dal II secolo a.C. - momento di massima espansione edilizia - fino alle ultime fasi del terremoto del 62 d. C., e della definitiva catastrofe nel 79 d.C.
Proprio in questo consiste il merito più evidente e la novità metodologica della serie di studi che il volume propone, con particolare riferimento ai contributi di F. Miele, e di V. Castiglione Morelli del Franco, R. Vitale, condotti su singole unità abitative all'interno delle "insulae", della Regio I, nella zona meridionale di Pompei, dove si osserva una certa pianificazione edilizia. Esse mostrano strutture abitative di tipo diversificato, sia più direttamente confrontabili con modelli greci di età classica ed ellenistica, con case ad atrio e peristilio, che a più modesti impianti abitativi, riferibili a una classe media e medio bassa di piccoli imprenditori, finora solo parzialmente indagati. Si va dagli aspetti più propriamente architettonici, quali la planimetria, i volumi originari con gli alzati ipotetici e le relative coperture, le trasformazioni edilizie, l'ornamentazione (pavimenti, pitture parietali e stucchi), i materiali rinvenuti associati al contesto, fino a fattori funzionali, o sociopolitici, che interessano gli antichi abitanti della casa, verificando l'impatto di condizioni storiche conosciute, quali ad esempio l'incremento demografico seguito all'inurbamento dei coloni dell'entroterra verso le zone costiere, o le confische sillane, nonché le conseguenze sull'economia della città del sisma del 62 d.C. Con metodiche informatiche è possibile attuare la ricostruzione di cicli decorativi parietali disgregati, scene mitologiche o 'emblèmata' a mosaico, strappati già negli anni fra Settecento e Ottocento, in base a pretese esigenze conservative, o meglio per arredare pregevolmente le residenze borboniche. Proprio il ripristino di tale contesto di appartenenza è quanto si propongono i lavori di C. Rossetti Tella, L. Caso e altri.
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