L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2011
Promo attive (0)
recensione di d'Amato, M., L'Indice 1996, n. 4
(recensione pubblicata per l'edizione del 1995)
Nel momento in cui il processo culturale in atto riguarda il passaggio dalla scrittura al digitale, in cui l'immagine prevale in modo sempre più evidente sulla parola, in cui la telematica modificando i paradigmi dello spazio e del tempo trasforma continuamente il nostro rapporto con il sapere e modifica l'idea stessa di conoscere, ha ancora senso interrogarsi sulle "conseguenze della trasformazione quattrocentesca nelle comunicazioni?".
Questo libro non solo risponde affermativamente a questa questione, ma, poiché l'avvento e la diffusione della stampa vengono studiate come il fattore più rilevante nella determinazione dell'età moderna, permette al lettore, anche non addetto ai lavori, di conoscere la portata del cambiamento del sistema comunicativo offrendo dati del passato che consentono a ciascuno intuizioni per lo scenario che ci è contemporaneo.
La tesi che percorre tutto il libro è che il Rinascimento, la Riforma protestante e la rivoluzione scientifica sono stati sostanzialmente determinati dall'invenzione della tipografia, anzi questa è per molti versi considerata il presupposto delle grandi trasformazioni che hanno avuto luogo tra ilXV e ilXVII secolo, dalle quali è scaturita l'età moderna. Infatti, senza la riscoperta prima e la diffusione poi degli autori antichi non avremmo avuto ilRinascimento; n‚ sarebbe accaduta la frattura della cristianità operata dalla Riforma protestante se non ci fossero state le trecentomila copie delle opere di Lutero e le traduzioni della Bibbia; n‚ senza i testi a stampa che hanno consentito la diffusione delle conoscenze sarebbe stata possibile la cultura scientifica.
Il libro, che è la sintesi, elaborata per un vasto pubblico, di una ricerca durata più di un decennio e apparsa in Italia nel 1986 con il titolo "Rivoluzione inavvertita", è diviso in due parti.La prima concerne il passaggio dalla scrittura alla stampa in Europa occidentale; nella seconda sono affrontati i rapporti tra la diffusione della stampa e i movimenti culturali e intellettuali che hanno sancito la transizione tra il periodo medievale e l'età moderna. La questione profonda rimanda all'utilità o meno di discutere gli elementi che sono intervenuti nella costruzione della modernità. Non è forse questa sempre in mutamento?La risposta alla fine dell'opera è assolutamente affermativa perché l'autrice riesce a porre in connessione i cambiamenti tecnologici e culturali e a non considerarli solo concomitanti.
La discussione non si incentra sul passaggio da una cultura orale a una scritta, ma riguarda più sottilmente gli "effetti della stampa sui documenti scritti e sulle idee di élite già colte"; non è quindi un'analisi della diffusione dell'alfabetizzazione, ma piuttosto sui modi in cui la stampa alterò la "comunicazione scritta all'interno della Repubblica delle lettere".Una riflessione quanto mai attuale nel momento in cui la telematica si diffonde e in prospettiva mette in crisi l'egemonia del libro sul sapere.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore